Ascoli - Innovazione tecnologica e massima qualità dei servizi al cittadino negli edifici attuali nell'orizzonte però, della realizzazione degli ospedali unici di area vasta. E’ con questa precisa visione della nuova sanità marchigiana che sono stati presentati questa mattina gli interventi di ristrutturazione ed innovazione tecnologica realizzati negli ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto.
Alla giornata d’inaugurazione hanno partecipato il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, la vicepresidente Anna Casini, il sindaco di Ascoli Guido Castelli, il direttore dell’area vasta 5 Giulietta Capocasa e il direttore generale dell’Asur Marche Alessandro Marini. I lavori eseguiti ad Ascoli comprendono il nuovo blocco operatorio con cinque nuove sale, l’unità farmaci antiblastici, la nuova centrale termica e frigorifera, la nuova sede dell’anagrafe assistiti.
A San Benedetto invece sono stati completamenti rinnovati il punto nascita (3 sale parto di cui una utilizzabile come sala operatoria di emergenza e una attrezzata anche per il travaglio e/o il parto in acqua) che verrà inaugurato domani pomeriggio e la “stroke unit”, l’unità operativa di neurologia ad oggi la più grande della Regione Marche e parte integrante di un consorzio europeo che studia una malattia genetica molto frequente sul territorio: l’arteriopatia cerebrale autosomico dominante con infarti sottocorticali e leucoencefalopatia. Attivati inoltre ulteriori posti letto in geriatria (20) e in lungo degenza (18). (vedi schede tecniche in allegato).
“Abbiamo ottenuto uno splendido risultato con le migliori professionalità e le migliori tecnologie – ha detto il presidente Ceriscioli -. In sanità è necessario investire continuamente per assicurare la sicurezza e la qualità degli spazi e dei servizi. Oggi grazie al percorso di riordino intrapreso in questi mesi abbiamo liberato le risorse necessarie per inaugurare una stagione di investimenti: procedono l’ospedale di Fermo e il Salesi e ieri abbiamo presentato il progetto per Marche Nord.
Lo stesso vogliamo fare per Ascoli e Macerata. Le risorse ci sono. Troveremo le forme di finanziamento più idonee. Il Ministero della Salute ha suggerito il contratto di disponibilità. Noi come Regione ci muoveremo con grande serietà e rapidità per corrispondere alla qualità di questo indirizzo che, in particolare, i sindaci dell’ Ascolano ci hanno consegnato.
Ospedali di bacino per circa 300 mila utenti dotati di specializzazioni, tecnologie all'avanguardia e competenze. Allo stesso tempo continuiamo ad investire sulle strutture esistenti fino all’ultimo giorno del loro utilizzo, perché dobbiamo offrire sempre il meglio ai cittadini.
La salute è il nostro bene più prezioso e sono necessarie risposte sempre aggiornate e di qualità. Quando ho avviato il completamento delle riforme avevo in testa le assunzioni. Grazie alla riorganizzazione alla luce del decreto ministeriale 70 – ha concluso Ceriscioli -, possiamo intervenire su questo aspetto altrettanto importante per il funzionamento del sistema: le risorse umane. Tante le battaglie contro il riordino che significavano non fare le assunzioni.
Per questo rivendico il piano che oggi ci permette di rispondere alle esigenze del sistema e di riprendere le assunzioni, implementare il personale che garantirà il funzionamento dei macchinari in orari prolungati con la conseguente riduzione delle liste d’attesa. Siamo la regione con più Tac e per farle lavorare di più dobbiamo assumere".
“Il territorio piceno – ha sottolineato il sindaco Castelli - già da tempo ha dato la giusta attenzione alla razionalizzazione della rete ospedaliera e anche di fronte all'ospedale unico abbiamo registrato una concomitanza di intenti per quella che a detta di tutti è la prospettiva su cui canalizzare il nuovo modello ospedaliero. Il Piceno c’è e siamo pronti a condividere il nuovo modello”.
“Abbiamo centrato l’obbiettivo – ha commentato Marini - perché siamo stati capaci di lavorare tutti insieme ad un progetto che dà sicurezza, qualità e prospettiva al nostro sistema sanitario. Abbiamo recuperato con grande coraggio una riorganizzazione del sistema a lungo attesa ed oggi constatiamo che siamo entrati nella fase di rilancio. Il sistema è in continua evoluzione e ogni giorno è nostro compito spostare il traguardo sempre più avanti verso l’integrazione strutturale”.
“La nostra sfida – ha spiegato il direttore Capocasa – è stata quella di mettere a regime il decreto ministeriale 70 prima ancora che il Ministero lo approvasse e oggi ne stiamo raccogliendo i benefici. Per fare tutto questo è stato fondamentale coinvolgere e valorizzare le nostre professionalità, condividendo gli obiettivi della programmazione regionale e sostenendole con l’innovazione tecnologica e strutturale”.