Ancona - Questa mattina presso gli ospedali Riuniti di Torrette di Ancona è stato illustrato il caso di un trapianto di rene da donatore vivente.
“Un atto d’amore – ha spiegato il direttore di Torrette Caporossi - che significativamente vede protagonista una coppia di sposi abruzzesi che hanno trovato nel nostro Ospedale la possibilità di avere una risposta, così come le centinaia di persone già trapiantate negli ultimi anni. Il nostro centro trapianti – ha aggiunto - ha raggiunto i massimi livelli di eccellenza e di affidabilità.
I risultati e gli esiti ottenuti nell’attività trapiantologica degli ultimi anni. Siamo vicini alla soglia dei 400 trapianti di fegato e dei 400 trapianti di reni e manteniamo il livello quali-quantitativo ben al di sopra dei limiti minimi imposti previsti dall’accreditamento (30 trapianti di reni l’anno). La signora Lucia D’orazio ha donato un rene al marito Vincenzo, affetto da una nefropatia che aveva progressivamente compromesso la funzionalità dei reni ed era oramai candidato al trattamento dialitico.
Il signor D’Orazio, residente con la famiglia a Teramo, da tempo seguito presso il reparto di Nefrologia, Dialisi e Trapianto di rene di Ancona, è stato messo al corrente dell’evoluzione della malattia e delle alternative di trattamento che si prospettavano per il suo futuro, compresa la possibilità di effettuare un trapianto da donatore vivente, qualora ci fosse stata una persona disponibile.
La moglie ha offerto la sua disponibilità ad effettuare le indagini necessarie a valutare l’idoneità clinica e immunologica e la fattibilità del trapianto. L’iter si è concluso con successo dopo qualche mese con l’intervento effettuato dall'equipe del prof. Vivarelli che ha utilizzato per il prelievo del rene la tecnica laparoscopica, meno invasiva della tecnica tradizionale, che permette una degenza più breve e un recupero più rapido della persona che dona il rene.
Nel caso specifico, inoltre, è stato possibile effettuare l’intervento, prima che il signor D’Orazio iniziasse la dialisi”.
“Il trapianto di rene da donatore vivente – ha detto il professore Vivarelli - oltre a consentire migliori risultati a distanza, offre anche il vantaggio poter essere programmato per tempo riducendo moltissimo il tempo passato in dialisi o, addirittura, come nel caso del signor D’Orazio, evitandola completamente, se le indagini necessarie e il percorso burocratico che la legge richiede iniziano per tempo.
E’ importante che le persone affette da insufficienza renale siano informate della possibilità di effettuare un trapianto da donatore vivente, dei vantaggi che offre questa modalità di trattamento a fronte di rischi molto modesti sia per il ricevente che, soprattutto, per il donatore”.