Ascoli - Da diversi giorni appaiono sulla stampa locale notizie riguardanti l'Ospedale Unico, le Case della Salute, gli Ospedali di Comunità e le Equipe Territoriali (strutture private-convenzionate dei MMG).
Nel frattempo occorre prendere atto che le dichiarazioni del Presidente Ceriscioli e le delibere adottate a Dicembre 2015, contraddicendo quanto sottoscritto negli accordi regionali del Febbraio 2014 e nel protocollo d'intesa siglato in Area Vasta 5 il 5 Giugno 2015, mettono in serio rischio le politiche di condivisione e di partecipazione della regione almeno nell’ambito sanitario, tant’è che il 12 Febbraio i pensionati di Cgil, Cisl e Uil saranno in piazza ad Ancona per manifestare.
Il Presidente Ceriscioli appena insediato aveva dichiarato in un'intervista sulla stampa, che l'ospedale Unico di Ascoli non era una priorità, salvo poi cambiare opinione in questi giorni, ma al momento sembra solo una buona intenzione, visto che non risultano atti che abbiano avviato il percorso in tale direzione.
Se sono vere le dichiarazioni che si leggono, e cioè che la Regione Marche e le Amministrazioni Locali ritengono strategico l'Ospedale unico di Vallata, occorre che non ci si limiti alle enunciazioni, ma si inizi da subito a costruire e condividere un progetto organico che preveda:
· i tempi di realizzazione;
· la certezza delle risorse;
· l’ubicazione concordata con gli Enti Locali;
· la infrastrutture necessarie (strade, ferrovie, parcheggi);
· le alte specializzazioni previste nel nuovo ospedale;
· il tipo di riconversione degli attuali ospedali;
· il servizio dell’Emergenza-Urgenza da garantire ad Ascoli e San Benedetto.
Un progetto che, se cosi definito, Cgil, Cisl e Uil provinciali condividono ma che non potrà essere la giustificazione per rinviare o rallentare gli interventi per una sanità pubblica più efficace e più efficiente, che sappia rispondere ai vecchi e nuovi bisogni delle popolazioni, specie di quelle anziane sempre più affette da patologie croniche; occorre in sintesi riportare il dibattito sui problemi reali della gente per trovare concrete e urgenti risposte su:
1. abbattimento delle liste d’attesa per la diagnostica e le visite specialistiche senza essere costretti a rivolgersi, a pagamento, al privato;
2. utilizzo totale delle risorse destinate per legge alla prevenzione e ampiamente non utilizzate;
3. risoluzione dell'annoso problema dell’assistenza domiciliare gratuita che viene strumentalmente disattesa a vantaggio di un mercato privato crescente;
4. Superamento delle carenze di strutture per la residenzialità e la semiresidenzialità e predisposizione di risorse per il sostegno all'incapienza a fronte degli aumenti delle rette della compartecipazione;
5. completamento delle Case della Salute già aperte e avvio della costituzione delle nuove già previste;
6. Una migliore organizzazione dei Pronti Soccorsi
Nel 2014 fu sottoscritto un accordo che prevedeva nel territorio Piceno cinque Case della Salute: ad Offida, a Ripatransone, a Montefiore dell'Aso, ad Ascoli Piceno e a San Benedetto Tr., le prime tre derivanti dalla riconversione dei vecchi ospedali chiusi e le ultime di nuova costituzione, ma la Regione sta disattendendo tali impegni.
Sarebbe inoltre necessario che anche i Sindaci, titolari della responsabilità della salute dei propri cittadini, esercitassero un concreto impegno su questi temi a partire dalla sanità di territorio che superi la centralità degli ospedali e sviluppi una rete di servizi socio sanitari più vicini al cittadino e quindi lo sviluppo delle Case della Salute, la prevenzione, la diffusione di poliambulatori, servizi sociali integrati con quelli sanitari, la riabilitazione e la presenza H24 del servizio di medicina generale e della continuità assistenziale.
Cgil Cisl e Uil della provincia di Ascoli Piceno auspicano che si avvii un immediato percorso collegiale sui temi socio sanitari, in cui ciascuno eserciti la propria responsabilità e ribadiscono il proprio favorevole giudizio sulla prospettiva dell’ospedale unico alle condizioni sopradescritte.