Stop ai colpi di testa per i bambini al di sotto dei 10 anni di età nel calcio. Si tratta della nuova norma introdotta dalla Federcalcio. Per quelli tra i 10 e i 13 anni si raccomanda gli allenatori di limitarne l’uso. Sono troppo pericolosi poiché rischiano di provocare traumi cranici.
Situazioni che possono lesionare aree cerebrali importanti e portare a malattie mortali. Un esempio è il morbo di Lou Gerigh (Henry Louis Gehrig è stato un giocatore di baseball statunitense), o invalidità di vario tipo.
Tanto che i colpi di testa sono stati addirittura al centro di una 'class action' intentata da genitori di giovani giocatori contro i dirigenti calcistici. Proprio in risposta a questa azione legale, la Federcalcio statunitense ha deciso il divieto nelle accademie giovanili nazionali e nei club di soccer Usa.
Per Robert Cantu, neurologo ed esperto di fama di danni causati dai trauma cranici, proprio i ragazzini tra i 10 ed i 12 anni sono i più vulnerabili agli effetti delle commozioni cerebrali, in quanto sia la loro materia grigia che i muscoli del collo non sono ancora del tutto sviluppati.
Michael Kaplen - avvocato che rappresenta le vittime di trauma cranici e professore di legge alla George Washington University - è in favore di un bando totale dei colpi di testa al calcio per i giovani: a suo avviso le regole introdotte sono una cattiva idea e i limiti di età imposti 'sembrano arbitrari e sciocchi'.