Ancona - Questo è il piano sperimentale che la Regione Marche ha varato per la riduzione delle liste d'attesa:
Il piano riguarda 43 prestazioni sanitarie di diagnostica contenute nei piani Lea. Le principali azioni correttive da intraprendere, in una breve prospettiva temporale, si riferiscono specificamente al governo della domanda e dell’offerta (correttezza ed appropriatezza delle prescrizioni, completamento dell’apertura delle agende differenziate per le prime visite/esami/accessi e delle agende dedicate per le patologie croniche con maggiore impatto assistenziale, programmazione di prestazioni aggiuntive, attivazione di software avanzati per il recall), all’efficientamento delle strumentazioni di diagnostica strumentale e degli strumenti di monitoraggio (rilevazioni ex ante ed ex post, produzione di reportistica, etc.) ed alla predisposizione ed implementazione di un piano di informazione/comunicazione diretto ai cittadini, attraverso un incremento della trasparenza del sistema e il coinvolgimento diretto dell’utente. L'obiettivo temporale prevede il rispetto, per almeno il 90%, dei tempi relativi alla diagnostica entro il 30 aprile 2016.
Azioni per raggiungere l’obiettivo: 1) Prescrizione corretta attraverso codici con specifica indicazione della TIPOLOGIA DI ACCESSO “prima visita/esame/accesso” - Indicazione della classe di priorità per le prime visite
2) attivazione delle AGENDE DIFFERENZIATE per classi di priorità (U,B,D,P) per prima visita/esame/accesso
3) PRESA IN CARICO da parte dei medici specialisti ospedalieri di pazienti con patologie croniche; prescrizione e prenotazione della visita specialistica successiva e delle principali indagini che si rendono necessarie contestualmente alla presa in carico. Presa in carico cardiologica, oncologica, diabetologica, nefrologica, (per INRCA neurologica)
4) UTILIZZO MASSIMALE delle strumentazioni delle attrezzature sanitarie per almeno 12 ore giornaliere per la diagnostica strumentale e fino a 18 ore giornaliere per alcune apparecchiature medicali consentendo, oltre all'aumento dell’offerta di prestazioni, anche di offrire una qualità “tecnica” più elevata delle prestazioni medesime.
5) Coinvolgimento del Medico di Medicina Generale e del Pediatra, prevedendo la possibilità di prenotazione diretta per visite e prestazioni. Sono inoltre da prevedere, all’interno del processo di riorganizzazione dell’Assistenza Territoriale, forme di collaborazione con gli specialisti per la consulenza specialistica e il confronto diretto, anche sotto forma di sperimentazioni locali, definite da Accordi Regionali. La vicinanza al cittadino migliorerà la sicurezza di una presa in carico più stringente. Nelle Case della Salute o nell’ambito delle Equipe territoriali dovranno essere attivati punti di prenotazione diretti per i cittadini
6) INCREMENTO DELL'OFFERTA e ricorso a progettualità attraverso risorse provenienti dall’utilizzo del 5% dell'attività libero professionale intramuraria prevista dal decreto Balduzzi. In particolare le risorse saranno finalizzate alla produzione di prestazioni ambulatoriali cliniche e diagnostiche aggiuntive rispetto a quelle già offerte dal servizio sanitario regionale, organizzate in specifiche agende differenziate rispetto a quelle istituzionali per la prima visita/esame/accesso e classe di priorità, scelte tra le 43 prestazioni individuate come particolarmente critiche in termini di tempi di attesa, selezionate tra quelle con attesa media maggiore di 100 giorni. L’incremento di produzione correlato con l’utilizzo del “fondo Balduzzi” potrà essere raggiunto anche attraverso l'acquisizione di personale, il cui costo non sarà comunque considerato ai fini del rispetto dei tetti di costo specifici previsti dalla normativa vigente.
7) Programmazione delle prestazioni offerte dal PRIVATO ACCREDITATO attraverso il Cup[ga1] . Le prestazioni di specialistica ambulatoriale già fornite dal privato accreditato dovranno essere riorientate a favore delle richieste di prima visita/esame/accesso con classe di priorità, nel rispetto della appropriatezza prescrittiva, per i cittadini marchigiani.
8) Programmazione delle prestazioni offerte a TARIFFE CALMIERATE nel privato. L'appetibilità di queste tariffe si realizza se la prestazione viene erogata a costi che il cittadino, che si rivolge a strutture di altre regioni, già sostiene, vale a dire il costo del ticket (€ 36,20), della quota fissa di € 10 e il costo del trasferimento fuori regione. Ad un costo sovrapponibile il cittadino può scegliere di effettuare tali prestazioni vicino al proprio domicilio, con analoga tempestività rispetto alle sedi extra regionali, traendone vantaggio.
9) Gestione del recall: recupero delle prestazioni che non vengono erogate per mancata presentazione del richiedente e mancato annullamento in tempo utile per poter far posto ad un altro paziente.
10) Coinvolgimento dei cittadini I pazienti attraverso i rappresentanti dei cittadini collaboreranno al miglioramento della domanda attraverso il supporto per una comunicazione efficace e corretta affinché si riducano le richieste improprie. Il luogo privilegiato in cui potranno essere programmate e realizzate queste azioni è rappresentato dai Comitati di Partecipazione Aziendali e di Area Vasta. Partecipazione delle forze sociali.
Le aziende/aree vaste attivano i tavoli di confronto e monitoraggio previsti dalla DGR 149/2014 per valutare l’andamento dei tempi di attesa in relazione alle azioni previste dalla presente deliberazione. Analogo tavolo è istituito a livello regionale. Comunicazione istituzione di un gruppo operativo regionale dei tempi di attesa per il monitoraggio e la misurazione degli obiettivi (presieduto dal direttore ARS e costituito da un rappresentante per ciascuna Azienda ed Ente del servizio sanitario regionale, un medico di medicina generale e i tecnici regionali).
“Ricostruire il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni e rimettere la giusta esigenza di diagnosi rapida al centro del sistema sanitario. Un obiettivo strategico che implica affrontare un cambiamento di prospettiva e che passa attraverso uno dei temi più sentiti dal cittadino: la riduzione delle liste di attesa per le prestazioni, tenendo ben presente che occorrerà la collaborazione e la responsabilizzazione di tutti, dai medici, al personale sanitario, agli stessi cittadini.”
Così ha affermato il presidente della Regione, Luca Ceriscioli in conferenza stampa, illustrando i contenuti di una delibera approvata in mattinata dalla giunta regionale.
“Un atto complesso – ha proseguito il Presidente - che agisce su strutture complesse e che rovescia dunque la visione: non il malato che va a cercare la prestazione sanitaria, ma il sistema che lo fa per lui dopo averlo incardinato in un percorso programmato di presa in carico. Riuscire a recuperare i tempi lunghi di attesa è certamente una missione ambiziosa e difficile ma per il governo regionale costituiva una priorità essenziale. Si tratta di un risultato con doppio valore: oltre a ricucire il rapporto tra istituzioni, cittadino e strutture sanitarie, persegue anche il risparmio e l’appropriatezza delle prestazioni. Ringrazio tutti quindi - ha concluso Ceriscioli – dalla commissione consiliare, al dirigente della Sanità Ciccarelli per il grande impegno e il forte senso di responsabilità nell’elaborare questo atto così composito, frutto della volontà precisa di tenere al centro la risposta concreta ai bisogni dei cittadini, ai quali chiediamo di collaborare, senza penalizzazioni ma avendo consapevolezza che si tratta di risorse pubbliche e che mancare una visita prenotata diventa un costo per tutti."
Il presidente della commissione
consiliare Sanità, Fabrizio Volpini ha parlato di “atto di coraggio “sia per la
complessità della materia, sia per i tempi relativamente brevi con cui si è
arrivati alle linee strategiche.
” Va dato atto al Presidente Ceriscioli – ha evidenziato - della determinazione con cui ha voluto affrontare tale questione il cui filo conduttore è l’appropriatezza delle prestazioni a medio termine. E occorre tenere presente che questo obiettivo è il presupposto di quelli che stanno alla base dei Piani Aziendali delle aree vaste. Sarà fondamentale ora – ha detto – il coinvolgimento della categoria dei medici di medicina generale che rivestiranno un ruolo chiave per l’operatività del sistema anche in questa prima fase sperimentale.” La fase sperimentale prevede il coinvolgimento dei medici di medicina generale in equipe territoriali – una per provincia – che coprirà un bacino di utenza di 15 mila pazienti.