FP Cgil, passo utile ma insufficiente per personale e precari delle Marche

FP Cgil, passo utile ma insufficiente per personale e precari delle Marche

I dati ufficiali resi noti con il conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato confermano quanto andiamo da tempo sostenendo ovvero che nella sanità marchigiana è presente un “esercito” di precari composto da professionisti sanitari

Il Nuovo Patto per la Salute, frutto del confronto tra governo e regioni, pur segnando un risultato positivo importante con la fine della stagione dei tagli lineari, affronta senza una visione coerente e lungimirante il tema del personale del Servizio Sanitario.

In particolare sul tema del precariato non ci sono reali soluzioni e neanche un adeguato approfondimento della questione, rimandando di fatto ad un Dpcm da diversi mesi impantanato nelle stanze dei Ministeri e con un testo che darebbe risposte largamente insufficienti.

I dati ufficiali resi noti con il conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato confermano quanto andiamo da tempo sostenendo ovvero che nella sanità marchigiana è presente un “esercito” di precari composto da professionisti sanitari, tecnici e operatori di assistenza il cui ruolo è irrinunciabile per la tenuta e il livello qualitativo dell’intero sistema sanitario regionale.
Le diverse figure professionali presenti nel Servizio sanitario regionale che non hanno un rapporto di lavoro stabile rappresentano il 6,39% rispetto al totale degli operatori della sanità marchigiana.

È necessaria una risposta concreta sapendo che è in gioco la possibilità di poter continuare a garantire i livelli essenziali di assistenza per i cittadini, visto che gran parte dei servizi ospedalieri e territoriali sono garantiti anche da percentuali rilevanti di personale precario.
Senza adeguati percorsi di stabilizzazione per gli operatori precari si rischia di vanificare il risultato del “protocollo” sottoscritto dalla Giunta Regionale e CGIL CISL UIL il 17 febbraio 2014 con particolare riguardo al capitolo “risorse umane”.
Se il dato nazionale ci dice che la sanità ha chiuso il 2013 in rosso per 1,63 miliardi di euro la Regione Marche si pone - in controtendenza - al primo posto nella graduatoria delle regioni italiane con un attivo che supera i trentadue milioni di euro ( 32.141.000 euro ).
Un risultato da ascrivere principalmente al “sacrificio” degli operatori, al personale che ha pagato un alto prezzo, così come confermano i dati ufficiali. Infatti, nel confronto 2011 – 2012 le Marche hanno registrato una perdita di 491 unità (da 21.263 a 20.773) pari a meno 2,31 per cento. A questo dato vanno sommate le diminuzioni di personale che si sono registrate a seguito delle manovre finanziarie di contenimento della spesa del personale negli anni precedenti (2010) e successivi (2013) per un perdita complessiva di circa 1.500 operatori.
Le Marche regione più “virtuosa” d'Italia ma grazie al sacrificio delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità marchigiana : meno operatori e conseguentemente maggiori carichi di lavoro, migliaia di ore di lavoro straordinario non sempre retribuite, ferie arretrate non godute.
Chiediamo sia riconosciuto e ripagato lo sforzo compiuto in questi anni per mettere in sicurezza il nostro servizio sanitario marchigiano, sia riconosciuto alle regioni in “equilibrio finanziario” come la nostra la possibilità di procedere alla stabilizzazione dei precari e assicurare il turn over al 100% dando così attuazione agli accordi sottoscritti fra Regione Marche e CGIL CISL UIL.




Argomenti