Sanità picena, il direttore Del Moro traccia una fotografia del sistema

Sanità picena, il direttore Del Moro traccia una fotografia del sistema

Oggi la nomina dei Capi dipartimento

«Per le nomine dei dipartimenti - dice Del Moro - cerchiamo un ventaglio di possibilità non solo per i canonici 5 dipartimenti ma avere dipartimenti funzionali. Il capo dipartimento o ci dice cosa fare o fa lui di sua iniziativa e imprime la svolta. Si terranno in conto le esperienze e le competenze maturate sul territorio non solo dal punto di vista professionale ma anche da quello di natura più organizzativo, devono gestire delle articolazioni. Devono essere bravi professionisti ma capaci di organizzare il sistema. Queste settimane mi sono servite per capire come organizzare e dare il meglio al territorio sul fronte di queste competenze. Non sempre si riescono a dare nell'immediato delle risposte ma magari per qualche slittamento di funzioni o di posizioni riesca a dare una risposta oggi o magari fra un anno».

C'è chi denuncia chiusura di servizi e una sanità picena in declino

«Ci sono dei piani di area vasta adottati dall'Asur Marche e che se non ci sono input diversi dovranno essere deliberati dopo una fase di confronto con i sindacati, con il mondo che si occupa di sanità nelle prossime settimane, entro giugno dovrebbe esserci l'atto da parte di ogni area vasta di approvazione del documento finale che sarà nei numeri e nei parametri quelli fissati, probabilmente ci sarà qualche piccolo aggiustamento che deriva dal confronto con i sindacati che ci sarà in questi giorni. Ora per alcune specialità, ma non per la Radioterapia solo , ma anche per la Gastroenterologia, per la Neuropsichiatria, non è possibile pensare ad un ambito di area vasta si sono disegnati degli ambiti più estesi. La Radioterapia di Ascoli e quella di Macerata sono inserite in un ambito più vasto, per la gastroenterologia ad esempio si è disegnato un ambito che vede comprese le aree vaste 4 e 5, ma anche per altre specialità. Un organizzazione che deriva dai numeri, ma si tiene conto delle esperienze che ci sono. Qui da noi il direttore della Radioterapia è andato in pensione 4 anni fa a Macerata c'è una Radioterapia con un direttore il disegno è su più aree vaste, non si nominano più direttori di unità operativa, bisogna rispettare i parametri, contenere la spesa. Se si riesce a gestire un sistema che funziona su un ambito più grande penso che le economie possano essere destinate su altri progetti».

Per la mobilità attiva si arriverà ad un federalismo economico per ogni area vasta?

«Noi siamo terra di confine, non esiste un accordo di confine con il territorio contiguo, quindi viviamo un po' alla giornata rispetto all'utilizzo delle strutture. Io il problema in verità l'ho posto nel senso che ci sono alcune specialistiche come l'Ematologia e l'Emodinamica, l'ho visto dal budget che consumano annualmente, un po' a piè di lista, sull'Ematologia almeno il 30 per cento dell'attività è per fuori regione o per altre aree vaste, per l'Emodinamica siamo al 20 per cento. Siamo su cifre consistenti perché si consuma un budget di 5 milioni di euro per ogni specialità, quindi parliamo quindi parliamo di 2 milioni e mezzo di euro che vengono assorbiti o da fuori regione o da altre aree vaste. Ne ho parlato con il direttore generale Genga e lui ha detto che vedrà, nell'ambito dei fondi di riserva che ha il sistema, di come tener conto di questo fatto che riguarda noi ma probabilmente riguarderà altre aree vaste. E' chiaro i fuori regione vengono assorbiti completamente dalla Regione. E' la Regione che incassa dopo un anno, un anno e mezzo quando vengono pagati dalle altre regioni. Il problema è posto ora si vedrà come si riuscirà a dare una risposta in questo senso. Il problema è reale».

Situazione sindacale?

«Ho incontrato tutti, mi hanno presentato alcune problematiche. Io debbo governare un sistema nell'interesse della comunità e del territorio. Che ci sia una condizione di difficoltà, è scontato. Stiamo passando da un vecchio sistema ad un nuovo sistema, siamo in una terra di mezzo. Il vecchio sta finendo, il nuovo non è ancora arrivato, non ha preso corpo. Ci sono delle difficoltà di budget, non è facile gestire le cose nella situazione in cui stiamo. Stiamo cercando di dare il massimo, abbiamo cercato di capire i problemi più pressanti e quindi cerchiamo di dare una risposta a questi muovendoci in due direzioni. Il problema più grande era quello di far funzionare servizi con più personale. Stiamo recuperando delle risorse interne destinandole dove c'è più necessità. Sto predisponendo un piano minimo di assunzioni per aiutare altri servizi, unità operative ad avere personale per funzionare meglio.
Ci sono contratti in scadenza, quindi parliamo di personale medico, radiologia, urologia, figure più svariato nell'ambito delle varie attività e personale infermieristico, Oss da destinare alle unità operative che ne hanno più bisogno.
I tempi sul recupero delle risorse sono abbastanza rapidi, faccio un esempio: la neonatologia,la pediatria che prima funzionavano su due reparti divisi adesso cerchiamo di integrarli in qualche settimana e riusciamo a recuperare sei infermieri e non è una cosa da poco
».

Ci saranno nuovi investimenti?

«Abbiamo avuto il budget per il 2014 che è di 3 milioni e 900 mila euro, che è cospicuo, ma stiamo terminando dei progetti prestigiosi che a livello aziendale sono iniziati e in fase di completamento come la Pet che tra due tre mesi prenderà il via.
Sistemazione dei locali per Ascoli e San Benedetto. Sono impegni presi e consistenti che miglioreranno i servizi offerti
».

La mobilità attiva si ottiene con nomi d prestigio. Con i nuovi bandi di concorso per primari ci sarà la ricerca di professionisti di qualità per gli ospedali piceni?

«Il direttore generale dell'Asur Genga, alla Conferenza dei sindaci, ha fatto un elenco di sei primari per i quali devono essere banditi i concorsi. Ci stiamo attivando affinché nell'ambito di queste specialità che devono essere messe a concorso si trovino dei primari, dei capi diciamo, che sappiano dare lustro, come altri esistono all'interno delle nostre strutture».