Ameli critica la rimodulazione di Psichiatria

Ameli critica la rimodulazione di Psichiatria

"Al contrario del sindaco Castelli che non ha voluto nè parlare nè incontrare operatori e pazienti del reparto di Psichiatria, in qualità di consigliere comunale, essendo nato un problema di grande rilevanza, mi sono assunto l’onere di avviare una serie di incontri con operatori, le loro rappresentanze ed alcuni pazienti.
Le consultazioni effettuate, come previsto hanno dipinto un quadro dolente per il reparto di Psichiatria e per la sanità ascolana in generale. In quanto forza di opposizione, le istanze di pazienti, cittadini ed operatori verranno poste all’attenzione del comune nelle forme più opportune. Come indicato pocanzi, purtroppo le promesse del “sindaco che ti ascolta” (spot della campagna elettorale di Castelli) sono venute meno tanto che non si è preso nemmeno la briga di iniziare un percorso di ascolto sui temi della sanità. Il suo ruolo all’interno del comitato dei sindaci potrebbe essere fondamentale affinché la sanità picena ed ascolana non subisca l’ennesimo danno.
L’impressione che molti cittadini stanno avendo è che la riforma in atto con l’Area Vasta veda, a parità di costi, una sensibile diminuzione dei servizi.
Pare, infatti, che per quanto riguarda il reparto di Psichiatria si stia facendo l’esatto contrario dell’obiettivo stabilito dall’Area Vasta, che era quello di diminuire i primariati ed aumentare i servizi. In tal senso sarebbe opportuno sapere dalla dirigenza se verranno mantenuti gli alti costi di primariato per la Psichiatria ad Ascoli (nonostante il blocco dei ricoveri) e San Benedetto. E se da un versante si eccede, sempre nel nosocomio ascolano mancano i primari nelle discipline chirurgiche.
Scelte che, soprattutto in tempi di crisi economica e dei servizi, faticano a trovare una logica.
Ogni processo decisionale importante dovrebbe essere accompagnato da una dettagliata campagna di ascolto e confronto con tutti gli attori del reparto. Purtroppo sembra che ciò – che dovrebbe essere una prassi – in questo caso non sia stato fatto: sono piombate su operatori e pazienti decisioni prese dall’alto, giustificate in nome di una non meglio specificata “sperimentazione”. È possibile che sulla salute dei pazienti e sulla dignità dei lavoratori avvenga sperimentazione? Questi sono atteggiamenti non consoni ad una gestione seria come quella che ci si aspetta dal dott. Stroppa.
Forse ci si dimentica di come il nosocomio ascolano sia punto nodale per il bacino di utenza di oltre 110000 persone e di come quest’ultimo, nel reparto di psichiatria, abbia la possibilità di accogliere detenuti del Super Carcere.
Oltre ai problemi di carattere generale, forti sono le perplessità su come la struttura di San Benedetto possa accogliere i circa 500 ricoveri psichiatrici annui (200 di Ascoli e 300 di San Benedetto) con pochi posti letto per acuti e poco personale con il rischio concreto di creare un reparto ghetto.
Da fonti interne all’ospedale, sembrerebbe che, nonostante al blocco dei ricoveri ad Ascoli, a SBT il direttore sanitario abbia bloccato i ricoveri fuori area vasta sempre nel reparto Psichiatria creando così nella nostra Area Vasta una situazione simile ad un “embargo psichiatrico”.
La dirigenza, inoltre, fa i calcoli su una legge che non è stata approvata! La legge Balduzzi, infatti, non ha trovato sbocco pratico in quanto con la caduta del governo Monti il suo iter si è bloccato.
Accanto a questa riduzione si impone una riflessione: c’è del personale che da decenni opera nel reparto e che ha acquisito negli anni un know how importantissimo. Nel caso di un trasferimento, tutte queste conoscenze andrebbero disperse.
Vi sono, inoltre, situazioni dubbiose sulla convenienza di appaltare all’esterno le degenze. In soli tre mesi in una SRT di Ascoli Piceno (Villa San Giuseppe) sono stati spesi ben 760 mila euro.
Se a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, non vorrei che la scelta del taglio di psichiatria venga fatta perché si ha a che fare con situazioni sociali che hanno difficoltà ad emergere, considerato che è a volte risulta difficile accettare un parente sottoposto a cure psichiatriche. Nonostante ciò tanti cittadini hanno avuto il coraggio di fare una raccolta di oltre 1200 firme. Si rischia di essere forti con i deboli e deboli con i forti, come nel caso di altri reparti dove non si h e non si è trovato il coraggio di intervenire.
Purtroppo questa è la dimostrazione di come ancora una volta venga meno un ragionamento che tenga conto del paziente come persona e non come numero.
Sarebbe interessante infine capire dalla dirigenza se nei famosi 40 posti di cui si parla sono inseriti anche i 20 posti letto post acuzie psichiatriche che, da come risulta, sembrerebbero essere non di diretta gestione dell’Area Vasta ma dei DSM della Regione. Di conseguenza possiamo chiederci dove siano i 40 posti sbandierati da Stroppa".