In particolare per quanto concerne la diabetologia, che per i suoi numeri pandemici (il 6,4% della popolazione 366 milioni di diabetici nel mondo causando 4,6 milioni di decessi) non puo’ subire riduzioni, se mai ampliamenti organizzativi. In Italia si è passati dal 4,6% nel 2003 al 6,6% nel 2009 pari ad 800 mila persone diabetiche conosciute a cui vanno aggiunti 1.300.000 non diagnosticate (stima IDF).
In questo quadro di riferimento la Regione Marche è stata la prima in Italia a deliberare una legge (L.R. 23 febbraio 2009 n. 1) che realizza un sistema integrato di prevenzione e cura della patologia diabetica e delle sue complicanze volto ad assicurare agli utenti l’erogazione di prestazioni uniformi, appropriate e qualificate, nel rispetto dei principi previsti dalla legislazione statale e garantisce, in particolare, la gestione integrata del paziente diabetico.
Grazie alla rete diabetologica esistente negli ultimi anni si sono ottenuti buoni risultati sia a livello economico che a livello degli indicatori della patologia, così come confermato dal documento approvato dalla 12^ Commissione Parlamentare del Senato, riguardante la patologia diabetica in rapporto al S.S.N. ed in connessione con le malattie non trasmissibili, riporta che le Marche hanno:
· un tasso di diabete inferiore alla media nazionale (3,8 su 4,94)
· un tasso di crescita negativo
· un tasso di mortalità molto basso (dato 2009 : 21,2 maschi e 18,1 femmine ogni 100.000 abitanti)
· un tasso di ricovero ospedaliero, dovuto alle complicanze, inferiore alla media nazionale (2010 : 126,2 maschi e 102,1 femmine per ogni 100.000 abitanti – valore più che dimezzato rispetto al 2000)
· un consumo di farmaci anti diabete inferiore alla media nazionale, con un costo inferiore alla media nazionale
Questi dati, che certamente possono essere migliorati, sono a dimostrazione del fatto che la nostra rete diabetologica funziona curando bene le persone con diabete riducendo di conseguenza i ricoveri ospedalieri dovuti alle complicanze che il diabete purtroppo comporta e conseguentemente i costi dovuti alla ospedalizzazione.
Infatti l’attuale organizzazione della rete diabetologica marchigiana consente, oltre all’applicazione di cure adeguate per ogni singolo paziente, anche la realizzazione di un sistema di informazione e prevenzione della patologia diabetica finalizzata sia a limitare il manifestarsi di nuovi casi della malattia che alla sua diagnosi precoce al fine di evitare le eventuali complicanze.
Le Associazioni, nel progetto di riorganizzazione, vedono un rischio di degrado progressivo nella qualità delle terapie assicurate ai loro associati, che lascia adito ad alcune legittime perplessità.
Esistono infatti nelle Marche 70.000 Persone con diabete mellito che si curano con autodisciplina, facendo riferimento ai 15 Centri per la cura del diabete esistenti, che sono già al limite marginale della funzionalità.
Dalla lettura del documento si evince che oltre la metà dei malati dovrebbero subire un declassamento (quando non la chiusura) del proprio Centro compresi quelli di riferimento regionale del Piede Diabetico e Pediatrico, con la conseguenza di una de-specializzazione della figura di riferimento, o in alternativa di una migrazione forzata verso altre sedi, con implicazioni che non sappiamo immaginare.
Infatti, un peggioramento sia della prevenzione che della qualità delle terapie significa un aggravio dei costi sanitari derivanti da una crescita dei ricoveri ospedalieri dovuti all’insorgere delle complicanze.
In aggiunta le Associazioni sottolineano, con forte preoccupazione, che una tale riorganizzazione possa nel tempo aumentare le morti di Persone con diabete.
Tutte le Associazioni chiedono che l’attuale legge 1/2009 non venga modificata e che sia istituito, nei modi e nei tempi opportuni, un tavolo a cui facciano parte sia le rappresentanze delle Associazioni che i Diabetologi, al fine di formulare
una proposta di rete diabetologia regionale rafforzata e migliorata, NON MUTILATA.