Questi i numeri di un'emergenza globale ancora per lo più sommersa, perché molti sono i portatori del virus inconsapevoli. Ma finalmente la ricerca è vicina all'obiettivo più ambizioso: la possibile eradicazione del virus. Boceprevir, presto disponibile anche in Italia, è il primo di una nuova classe di farmaci che, in combinazione alla terapia standard, aumenta significativamente il tasso di guarigione nei pazienti con HCV da genotipo 1, la forma più insidiosa e più difficilmente curabile dell'Epatite C.
Pur avendo un costo dell’intero ciclo di trattamento molto elevato, in un’analisi di HTA condotta dall’Università Cattolica di Roma, questi due farmaci sono risultati efficaci.
«Boceprevir agisce direttamente sulla struttura attraverso la quale il virus, una volta pervenuto all’interno dell’organismo, replica se stesso nelle cellule epatiche» – afferma Savino Bruno, Direttore della Struttura Complessa di Medicina Interna a indirizzo Epatologico dell’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, e coinvolto nelle prime sperimentazioni del farmaco – «la struttura bersaglio, individuata nel RNA, è denominata regione NS-3: boceprevir inibisce le proteasi, ovvero gli enzimi di questa regione che permettono al virus di replicarsi; impedisce la replicazione del virus sostituendosi alle proteasi e, in tal modo, il virus cessa di replicarsi e quindi non può più sopravvivere».
Sono circa 180 milioni le persone che soffrono di Epatite C cronica nel mondo, più del 3% della popolazione globale. L’Italia è al primo posto in Europa per numero di persone positive al virus, con 1.000 nuovi casi e 20.000 decessi ogni anno, ovvero due persone ogni ora.
Secondo il professor Antonio Gasbarrini, Professore ordinario di Gastroenterologia presso l’Università Cattolica del S. Cuore, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Gastroenterologia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli a Roma e Presidente della Fondazione Italiana Ricerca in Epatologia (FIRE), «in Italia circa il 3% della popolazione italiana è entrata in contatto con l'HCV, di cui 330.000 hanno sviluppato una cirrosi epatica: ciò vuol dire chenel nostro Paese il numero di soggetti con infezione da virus dell’Epatite C cronicamente viremici supera il milione e mezzo».