Tagli ai medici di base, Bastiani interroga

Tagli ai medici di base, Bastiani interroga

«A difesa della categoria dei medici di famiglia della città, ingiustamente messa all’indice»

 

L’interrogazione è rivolta al Sindaco quale massima autorità sanitaria cittadina, a difesa della categoria dei Medici di Famiglia della città, ingiustamente messa all’indice, e nella speranza che si possa adoperare perché in futuro non avvengano disservizi di questo genere.
 
PREMESSO CHE
 
· il medico di famiglia viene retribuito con assegni mensili in base al numero di pazienti che in quel mese risultano iscritti nella propria lista. Non ha ferie, malattia o tredicesima e le spese per ogni giorno di assenza, come per tutta l’organizzazione del proprio ambulatorio, sono  a suo carico.
 
· nessuno dei medici vuole essere pagato per un lavoro che non ha effettuato e ancora di più per persone decedute
· fino al mese di Luglio del 2006 arrivava ai Medici di Medicina Generale di Ascoli Piceno, semestralmente, l’elenco dei pazienti a loro attribuiti e, mensilmente, le variazioni in entrata ed in uscita e che da quella data in poi tale elenco non è più pervenuto e, quindi, ai medici non è stata più data la possibilità  di sapere quali fossero ufficialmente i pazienti iscritti nella loro lista e da quel giorno vengono pagati sulla base di conti e di elenchi che sono a conoscenza soltanto degli  uffici preposti dell’Asur,  senza la possibilità per  i medici stessi di sapere se i conti sono corretti e quali pazienti  siano stati pagati.
· i medici di famiglia da tempo sopportano che ogni mese vengano tolte delle quote in relazione a, cosi ci viene riferito, ritardi con i quali il Comune comunica all’ASUR ufficialmente il cambio di residenza o il decesso  di un cittadino,  anche se questo è morto in ospedale (vecchia burocrazia). In passato hanno dovuto sopportare che ci si accorgesse che un giovane aveva effettuato il servizio militare quando finito il servizio di leva tornava ad iscriversi nell’elenco  e di conseguenza venivano ritirate le quote per i dodici mesi; la stessa cosa  accadeva anche per chi andava all’università o in comunità o in galera.
 
VISTO
 
 
· che ora l’ASUR ha deciso di rifare i conti tornando indietro di dieci anni per ricontrollare tutti gli errori, le disattenzioni, l’incapacità di alcuni funzionari e naturalmente ha, come sempre, deciso di farla pagare,  non ai responsabili di tale disorganizzazione,  ma ai medici di base,  che, non solo non hanno alcuna colpa di  ciò che è avvenuto,  ma che ne subiscono solo i danni. 
· che questa volta però le quote ritirate non sono solo qualche decina,  ma per alcuni medici sono tali da compromettere gran parte dello stipendio di febbraio.
 
CONSIDERATO CHE
· chi da anni ha raggiunto il massimale di 1500 pazienti e all’anagrafe sanitaria risulta da sempre indisponibile a nuove iscrizioni, subisce un danno, se non vengono, contestualmente al decesso o alla revoca del paziente, riaperte le liste.
 
A volte, i cittadini che hanno cambiato residenza seguitano a vivere in città come nel caso del giovane che va all’università o di chi si intesta una casa al mare come prima casa; in questi casi seguitano tranquillamente a venire nel nostro ambulatorio e il lavoro viene ugualmente svolto dal medico che non è stato informato del cambio di residenza nè dall’utente nè dal Comune nè tanto meno dall’ASUR, che poi adotta soluzioni punitive nei confronti dei medici.
Per aggiungere un elemento che chiarisca la confusione totale entro la quale si sviluppa tutta questa vicenda, va ricordato che nell’ultimo elenco ufficiale che l’ASUR ha spedito ai Medici di MG del 4/7/2006 tutti i nomi dei pazienti deceduti e non, per  cui sono state ritirate delle quote, erano presenti. Per chiarire, nel 2006, per l’Asur  i morti non erano morti e i trasferiti non si erano trasferiti e oggi recuperano quote per gli anni precedenti. 
 
In questo contesto ai medici di medicina generale non è stata concessa alcuna facoltà di dare alcun contributo, anche per evitare che in futuro possano ripetersi tali errori. Poiché non possono segnalare i decessi perché è valida solo la segnalazione ufficiale del Comune e non sono in possesso dell’elenco della lista ufficiale dei propri pazienti.
 
In questa atmosfera cosi difficile, dove i medici di medicina generale svolgono la loro attività all’interno della sanità pubblica in maniera capillare e soprattutto a vantaggio dei più deboli e della gente più semplice, un bel giorno  compare un articolo sulla stampa locale con tanto di  locandina con la scritta “ alcuni medici di famiglia si facevano pagare i morti …… ”  e alla replica degli stessi il giorno successivo un'altra locandina ancora più sorprendente con “ i medici dichiarano di non essere disonesti”. Non ci si meraviglia più di un certo tipo di stampa, ma c’è da rimanere certamente stupefatti dalle parole usate nella raccomandata spedita ai medici, avente per oggetto il recupero quote assistiti deceduti o trasferiti ove si legge testualmente :“… provvederà a recuperare le quote, indebitamente erogate, di utenti deceduti o con doppia iscrizione o trasferiti e mai denunciati”. Ma da chi dovevano essere denunciati?
 
INTERROGA per sapere:
 
 Se il Sindaco possa informarsi e riferire sulla vicenda
 
 Se, anche alla luce delle nuove norme sulla semplificazione, nell’era della informatica, per il futuro, la comunicazione all’Asur da parte del Comune di Ascoli Piceno del decesso o del trasferimento di un cittadino  e di conseguenza da questa al Medico di Famiglia e all’ufficio anagrafe sanitaria per la modifica della lista,  possa avvenire contestualmente al verificarsi dell’evento  
 Se sia possibile consegnare ai medici di famiglia mensilmente, anche on-line, l’elenco ufficiale dei pazienti su cui vengono calcolati i pagamenti.