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Sarà possibile conoscere il sesso del nascituro dal sangue della madre
E' test non invasivo, si effettua nel corso del primo trimestre della gravidanza
Si tratta anche in questo caso di un test non invasivo da effettuare sul sangue della madre già nel corso del primo trimestre della gravidanza. L’analisi è in grado di rilevare le piccole quantità di dna fetale libero che passano all’interno del circolo ematico della gestante e che consente di identificare particolari tipologie di molecole. Si tratta di una tecnica di “amplificazione” del dna.
Gli scienziati coreani, guidati dal dott. Hyun Mee Ryu, si è focalizzata in particolare su due sequenze del Dna, la DYS14 (specifica del cromosoma Y maschile ) e la GAPDH (codificante un enzima).
La loro ricerca si è basata su 203 donne in gravidanza ed ha dimostrato come i diversi rapporti tra le due molecole possono predire il sesso del nascituro. In questo caso, rispetto alla passata ricerca statunitense, abbiamo un miglioramento delle percentuali di attendibilità: qui si parla del 100%, la totalità del campione analizzato.
Come spiega lo scienziato:
Di solito la determinazione precoce del sesso fetale richiede procedure invasive come il prelievo dei villi coriali o l’amniocentesi.
Entrambe queste tecniche possono comportare un rischio di aborto dell’1-2 per cento. L’ecografia è più sicura, ma non può essere praticata, nel primo trimestre, perché lo sviluppo dei genitali esterni del feto non è completo, e può quindi portare a falsi risultati.