Cancro alla vescica, una proteina per la diagnosi precoce

Cancro alla vescica, una proteina per la diagnosi precoce

L’obiettivo è sviluppare una metodica non invasiva e di elevata accuratezza

L'ncidenza del cancro vescicale è in costante aumento nei paesi Occidentali ed essendo questo tumore uno tra quelli con il più alto indice di mortalità  ben si comprende la necessità di giungere ad una diagnosi la più precoce possibile.
Attualmente gli esami che consentono di identificare il cancro della vescica sono due: la cistoscopia e l’esame citologico del sedimento urinario.La cistoscopia -esame fondamentale nell’iter diagnostico- è però invasiva e quindi poco gradita al paziente, la citologia urinaria invece è del tutto indolore.
Il suo unico limite è che mentre ha un alto livello di specificità e sensibilità per i tumori di alto grado, tali parametri si riducono notevolmente nei tumori di basso grado.
Non essendo ipotizzabile uno screening su larga scala con la cistoscopia, per ottenere un risultato considerevole si deve cercare un parametro che migliori la sensibilità della citologia urinaria.
La consapevolezza dell’importanza di una diagnosi precoce è alla base dell’accordo di collaborazione recentemente stipulato tra l’UNIVPM e l’Associazione “Infinito-Vita” della BCC – Banca Credito Cooperativo di Recanati, inteso a esplorare la possibilità di utilizzare una proteina oggetto di studi presso l’UNIVPM quale marcatore per una diagnosi non invasiva e sempre più precoce del carcinoma della vescica.
Le ricerche effettuate in collaborazione tra il gruppo della Prof.ssa Monica Emanuelli del Dipartimento di Biochimica e quello del Prof. Giovanni Muzzonigro del Dipartimento di Scienze Cliniche Specialistiche hanno infatti portato all’identificazione di una proteina (NNMT, Nicotinamide N-Metiltrasferasi) che viene sintetizzata in grande quantità nel tessuto vescicale tumorale di pazienti con carcinoma della vescica.
Le ricerche successive hanno riguardato lo studio dell’espressione dell’NNMT in campioni di urine allo scopo di verificare se era possibile far riferimento a metodi di indagine non invasivi nell’ipotesi di un significato diagnostico da attribuire ai livelli di tale enzima nell’ambito della neoplasia vescicale.
I risultati preliminari ottenuti evidenziano che l’espressione urinaria di questa proteina è significativamente più elevata nei pazienti con carcinoma della vescica rispetto ai controlli sani, attribuendo pertanto all’NNMT un potenziale e interessante ruolo come marker diagnostico non invasivo.
Naturalmente per confermare questa ipotesi è necessario analizzare un numero più elevato di pazienti, ma soprattutto di soggetti sani allo scopo di definire i livelli di espressione di questa proteina nella popolazione normale e di confrontare tali livelli con quelli ottenuti in pazienti affetti da carcinoma  della vescica. Da tale esigenza è nato il rapporto di collaborazione tra l’Associazione Infinito-Vita della BCC di Recanati e l’ Università Politecnica delle Marche finalizzato alla realizzazione di questo studio.
La popolazione sana da studiare sarà costituita da un gruppo di volontari aderenti all’Associazione “Infinito Vita” ai quali verrà richiesto di effettuare la raccolta di un campione di urine, che verrà  analizzato presso il Dipartimento di Biochimica dell’Università Politecnica delle Marche utilizzando la strumentazione in dotazione.La BCC contribuirà alle spese del progetto sia per il materiale di laboratorio sia per l’istituzione di un assegno di ricerca. Il progetto prevede un periodo di studio di diciotto mesi al termine del quale saranno disponibili i risultati.
L’obiettivo è quello di sviluppare una metodica non invasiva e di elevata accuratezza che possa far sì che la diagnosi del tumore sia più semplice e meno fastidiosa per il paziente.
L’auspicio è che tale studio consenta di accreditare la proteina NNMT quale marcatore diagnostico del tumore della vescica, marcatore che può essere analizzato nelle urine e pertanto in grado di migliorare la performance diagnostica precoce e non invasiva  del tumore della vescica.
I pazienti potranno così avere la certezza della diagnosi precocemente ed in modo non invasivo ma da non sottovalutare anche le ricadute economiche positive sul Sistema Sanitario Nazionale.

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