«La Zona territoriale 13 fa acqua – dice il sindacato Fsi - mentre il direttore generale Fausto Mannucci è impegnato a spendere risorse per arredare con nuova mobilia gli uffici, intanto restano chiuse due sale operatorie, presso il laboratorio analisi sostano in attesa, su poltrone non a norma, senza alcuna privacy e ricambio d'aria, 200 o 250 pazienti ogni mattina per il prelievo.
Il dottor Mannucci si è ben guardato dal convocare come chiede la norma i rappresentati dei lavoratori per la sicurezza (Rls) in una struttura dove su 1700 dipendenti si è verificato il 9 per cento di infortuni nel 2010. Mannucci non sa cosa siano i rapporti sindacali, non ha corrisposto, nonostante le risorse siano accantonate, 780 mila euro per il 2010 a 1300 dipendenti per la produttività».
La Fsi invita il Governatore Gian Mario Spacca a valutare i risultati dello studio sugli infortuni nella ZT13 che hanno una rilevanza cruciale nella gestione amministrativa visti i costi che pesano sulla sanità. Ad Ascoli gli infortuni in un anno costano, per difetto, 1 milione e 840 mila euro. Ora volendo pensare ad Ascoli come una maglia nera negli infortuni sul lavoro, se si estendesse l'analisi alla metà per le strutture dell'Asur regionale che sono 13, si potrebbe ipotizzare un risparmio di 13 milioni di euro l'anno con una prevenzione degli infortuni efficace. Per la Fsi i 40 milioni di euro di tagli piovuti da Roma potrebbero essere recuperati in 3 anni.
Significherebbe non operare tagli del personale e dei servizi, far stare meglio i dipendenti e rendere una qualità della sanità marchigiana di gran lunga migliore per gli utenti.
Le cifre parlano chiaro. Nel 2008 gli infortuni nell'Asur ascolana erano 81, nel 2009 103, nel 2010 121. Una crescita preoccupante considerando che si tratta di un settore di servizi e non di un'industria metalmeccanica o dell'edilizia dove a fronte del 9 per cento d'infortunistica della ZT13 si ha una media del 2 per cento, ma si parla di aziende con alto rischio. In Toscana la Regione ha affidato uno studio realizzato alla Scuola superiore S. Anna di Pisa per gli anni 2007 e seguenti sul sistema sanitario regionale solo per fatti infortunistici dove si evince, nel caso peggiore, una percentuale del tasso di assenza in ore lavorative dello 0,22 per cento, per Ascoli la percentuale è del 1,1 per cento: cinque volte superiore.
Un dato che sta a significare che la prevenzione ad Ascoli non viene fatta o viene fatta male. L'analisi della Fsi rivela che su 121 incidenti sul lavoro del 2010 5 sono per tagli e punture d'ago, 32 per urti e schiacciamenti, 11 per aggressione fisica e verbale, 21 per scivolamento, 2 per incidente stradale, e 22 ancora in fase di accertamento. Tutto porta a 4600 giornate lavorative perse nel 2010 che, se rapportate ad un dipendente ( sono circa 250 giorni all'anno), equivale a 18 anni per uomo persi.
Così gli infortuni sul lavoro che pesano sulla società e in questo caso sulla sanità regionale con costi diretti (assicurazioni Inail) e costi indiretti ( soccorsi, trasporti, ospedalizzazione, sostituzione al lavoro etc), valgono per Ascoli circa 2 milioni di euro all'anno. La Fsi pone dunque un interrogativo pregnante alla direzione generale: «Cosa fa la ZT 13 per evitare questi costi?».