E' la storia di una madre che voleva sfuggire a precedenti familiari drammatici e non voleva correre rischi di tumore, o almeno ridurne le probabilità per i propri figli. Nella famiglia della donna c'era stato un numero rilevante di malattie di questo tipo.
La signora si è rivolta al programma di riproduzione assistita Puigvert-Sant Pau di Barcellona. ha chiesto l'autorizzazione a una speciale commissione per l'utilizzo di diagnosi genetica pre-impianto per un cancro.
La Spagna, quindi, diventa così il secondo paese al mondo dove la richiesta è stata ritenuta ammissibile.
Nel 2009, in Gran Bretagna era nata la prima bambinaprima bambina priva dello stesso gene.
Una volta ricevuta l'autorizzazione, sono stati fecondati diversi ovuli producendo un certo numero di embrioni allo scopo di individuare quelli privi del gene incriminato. Dei due embrioni privi del gene impiantati nel corpo della madre, solo uno è sopravvissuto. Il fatto che la bambina sia priva del gene però non la mette del tutto al riparo dal rischio di sviluppare il cancro. Le possibilità che ciò accada comunque sono molto inferiori.
Per il direttore dell'Istituto Borja di Bioetica, Núria Terribas occorre cautela. "Dobbiamo analizzare storia per storia - dice - Non siamo in grado di curare tutti, dobbiamo mettere dei limiti”.
Nel frattempo, però, l'ospedale Sant Pau sta aspettando l'autorizzazione per un caso simile; in questo caso si tratta di una familiarità accentuata per il cancro del colon.