Chiusura di malattie infettive per impossibilità di sostituzione di un medico

Chiusura di malattie infettive per impossibilità di sostituzione di un medico

I tre degenti attuali sono a carico di altri reparti

Tre pazienti contagiosi e attualmente in degenza vengono trasferiti a tre diversi reparti del nosocomio ascolano.
E da ora in poi tutti le persone per le quali il pronto soccorso diagnosticherà una patologia infettiva verranno dirottate a Fermo. Ottimo rimedio per la mobilità passiva.
Risultato? La ZT 13 la vedrà aumentare. Un bel regalo, non c'è che dire. E' da dire che statisticamente il reparto di Malattie infettive del Mazzoni conta 400 degenze all'anno. Se questa statistica dovesse permanere anche per l'anno in corso il conto della mobilità passiva aumenterebbe almeno di 397 pazienti che andrebbero a Fermo e quella Zona Territoriale ne guadagnerebbe in mobilità attiva.
Insomma Ascoli rifiuta risorse che vengono trasferite a Fermo per non sostituire un medico temporaneamente. Intanto il primario ascolano di malattie infettive e i due medici del servizio eliminato finiscono per fare solo ambulatorio. Quali sono le ragioni per una decisione del genere?
Uno degli specialisti in servizio al reparto è in malattia e il suo ritorno al lavoro non è prevedibile in tempi brevi per la complessità della patologia che l'ha colpito.
Poi c'è una contingenza: un altro medico aveva già chiesto e ottenuto un periodo di ferie e aveva già pagato per un viaggio programmato da tempo.
Si trattava di trovare una sostituzione per il sanitario in malattia per ovviare a questa emergenza, ma non ci sarebbero le risorse economiche per assumere a tempo determinato un altro specialista.
Se non si facesse parte di un sistema regionale forse questa vicenda potrebbe essere, seppure con difficoltà, anche giustificabile.
Viene da pensare se da Ancona non poteva arrivare la classica applicazione temporanea di un infettivologo.  In ogni caso il dado è tratto. La direzione sanitaria ha chiesto a diversi reparti di “donare” un medico a Malattie infettive. Poiché gli altri servizi sono tutti in organico ridotto e con tempi e metodi fuori dalla norma, pazienti da visitare fuori dal proprio reparto, la risposta è stata negativa.
C'è da dire che nel complesso il clima tra il personale all'interno del nosocomio ascolano non brilla per tranquillità. Questa decisione potrebbe innescare ancora più malumore di quello che c'è. Malumore che poi si trasmette ai pazienti in primis e verso la comunità esterna.
Tutto ciò accade mentre il direttore generale Fausto Mannucci viene censurato da due assessori regionali Mezzolani (Sanità) e Canzian (delega al Piceno) per le sue esternazioni sull'ospedale di Amandola completamente smentite dalla giunta regionale.
Forse, invece di occuparsi dei massimi sistemi, poteva trovare un rimedio plausibile per un'emergenza come quella di Malattie infettive, che di fatto non lo è, e potrebbe invece, nonostante tutte le sicurezze che certo saranno state prese, porre a rischio pazienti invece non contagiosi.