Leggi spesso spietate, che non guardano in faccia a nessuno, tantomeno all'uomo, anche se questi ha ormai colonizzato quasi ogni angolo del mondo.
Gli eventi meteorici estremi del novembre 2013, che hanno devastato la nostra provincia, così come gran parte del Paese, ci ricordano puntualmente che l'uomo è solo un elemento del pianeta terra, per di più ormai disadattato ai ritmi naturali. Infatti, oltre a rappresentare la principale causa di estinzione di tutte le altre forme di vita, rappresenta, sempre più spesso, una minaccia anche per se stesso.
Le vittime e gli elevatissimi costi economici, dovuti alle alluvioni e alle frane, ne sono un esempio eclatante. Molto spesso si tratta di “disastri annunciati”, dovuti alla mancanza di prevenzione e alla superficialità dell'uomo.
Stavolta però la natura ci ha regalato un piccolo/grande spettacolo, a testimonianza della sua straordinaria capacità di creare biodiversità, quindi paesaggio, e di autorigenerarsi.
Dalla distruzione è nata una nuova vita.
Una grande smottamento, sulla sinistra orografica del Torrente Chiaro Morto, a valle dell'abitato di Porchiano, ha creato uno sbarramento del torrente sottostante, creando un laghetto di discrete dimensioni.
La sua estensione è di 4-5 ettari (un ettaro corrisponde ad un campo da calcio), con forma allungata, secondo la morfologia del fondovalle.
Se il neonato lago manterrà l’acqua anche durante l’estate e si stabilizzerà nel tempo, costituirà un prezioso biotopo capace di favorire la biodiversità.
Le zone umide sono infatti di vitale importanza per moltissime specie animali a partire dagli invertebrati (libellule, ecc), anfibi e rettili, ma anche per uccelli e mammiferi.
Scontata infine la preziosità dell’acqua durante i siccitosi mesi estivi, sia per gli animali che per l’uomo, soprattutto in un’epoca in cui il clima si fa sempre più arido ed imprevedibile.
Per agevolare i processi naturali l’uomo dovrà intervenire il meno possibile: si dovrà evitare, nella maniera più assoluta, l’introduzione di pesci, gamberi, ecc e soprattutto di tartarughe esotiche.
Queste infatti sono state inconsapevolmente liberate in massa in gran parte dei fiumi e laghi italiani, ed essendo voraci predatrici e competitrici delle specie nostrane, hanno alterato i nostri ecosistemi.
L’ideale sarebbe evitare di comprarle in quanto, dalla dimensione di una moneta, in pochi anni superano il chilo di peso e la gente, stufa di tenerle, le libera nel primo lago che trova.
Così, il neonato lago di Porchiano, si aggiunge alla lista dei pochissimi laghi naturali delle Marche.