La ricerca e la prevenzione al servizio della verifica del comportamento delle strutture civili - edifici, ponti, dighe e così via – in situazioni a rischio: questo il contesto di un congegno che serve a monitorare gli effetti dei terremoti, di cedimenti dei fondali, di movimenti franosi sulla statica delle strutture, sia in fase di costruzione che durante la loro storia. Questo sistema rivela anche la minima fessurazione o lo spostamento in qualunque direzione dell'assetto richiesto e necessario.
Il sistema si serve di una stazione topografica robotizzata ad alta precisione, che anche da distanze cospicue può registrare ogni flessione e darne una mappatura. Si tratta di una sofisticata tecnica diagnostica non distruttiva, di monitoraggio e di controllo periodico, che da una parte assicura e certifica la stabilità e la sicurezza dell'edificio nel tempo; dall'altra garantisce anche in fase di costruzione il corretto procedimento, la tenuta delle strutture in relazione alle superfici cui sono ancorate.
La stazione topografica, con un sistema di puntamento automatico, sia fisso che periodico, permette di visualizzare, mediante un software dedicato, i valori registrati e le tendenze del movimento, sia graficamente che numericamente, della struttura nel periodo di monitoraggio.
Il sistema è in questo momento applicato a un viadotto in calcestruzzo sul Marecchia, presso Rimini, cui è stata dedicata una notevole opera di rinforzo con strutture in carpenteria metallica. Il monitoraggio ne garantisce la fruizione in assoluta sicurezza.
“È la sicurezza degli utenti e della costruzione stessa a imporre un controllo continuo i cui risultati permettono di prevenire – osserva il professor Davì – le implicazioni attuali e future di movimenti strutturali. Nessuna sorpresa, con questo sistema, nella tenuta di una struttura. Inoltre così si possono monitorare anche i processi di costruzione, individuando in anticipo i potenziali problemi”.