«Nel paese una ONLUS marchigiana per combattere l'Aids e la mancanza di istruzione»
mi consente di dare ulteriore risalto ad un’iniziativa che la Provincia di Ascoli è orgogliosa di attuare in modo tanto originale quanto trasparente. Innanzitutto va detto che interventi di questa natura trovano fondamento nel Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali che, all’art. 272, recita testualmente “I comuni e le province possono destinare un importo non superiore allo 0.80 per cento della somma dei primi tre titoli delle entrate correnti dei propri bilanci di previsione per sostenere programmi di cooperazione allo sviluppo ed interventi di solidarietà internazionale” ..Ma l’originalità della nostra iniziativa, di cui andiamo fieri, sta nella scelta, caldeggiata dall’assessore Maroni, di far confluire, appunto, nell’apposito capitolo di bilancio denominato “Educazione alla pace e cooperazione allo sviluppo” l’otto per mille di tutte le somme stanziate nel settore dell’edilizia scolastica destinandole specificatamente alla realizzazione di scuole in un paese del Sud del mondo. Ciò allo scopo di legare idealmente la nostra comunità scolastica a quella di altre zone del mondo molto più disagiate della nostra. La variazione di bilancio approvata nell’ultima seduta del Consiglio provinciale, che il consigliere Brugni sospetta nasconda chissà quale losca operazione, consiste proprio in questo: 40.000 euro “risparmiati” nel 2006 dal Servizio edilizia scolastica nelle opere di ampliamento, adeguamento e ristrutturazione delle scuole sono stati “travasati” nel capitolo in questione per realizzare una scuola in Etiopia, laddove sta operando una ONLUS marchigiana, il CVM – Centro Volontari per il Mondo, per combattere piaghe terribili come l’AIDS, la carenza d’acqua e appunto, la mancanza di istruzione. Non dimentichiamo che tra pochi giorni inizieranno le scuole ma per 120 milioni di bambini e giovani nei Paesi in via di sviluppo non ci sarà alcuna campanella a segnalare l’inizio delle lezioni semplicemente perché dove vivono non esistono scuole. Noi, con questo piccolo gesto, vogliamo realizzare un edificio dove alcuni di questi ragazzi possano cominciare a sperare in un futuro migliore nel loro e nel nostro interesse. Vogliamo dare una speranza a quei ragazzi ma anche un futuro diverso ai nostri. Non può sfuggire infatti a nessuno come un mondo segnato da così gravi privazioni e profonde disuguaglianze non offra certamente una prospettiva di serenità e di pace per i nostri giovani. Pertanto, non solo vogliamo renderci protagonisti di una piccola azione di giustizia ma intendiamo coinvolgere in essa i nostri ragazzi per aumentare la loro consapevolezza sul reale stato del pianeta in cui viviamo e sulla necessità di attivarci al riguardo. Infatti alcuni studenti, in rappresentanza delle scuole dove sono stati eseguiti i lavori che hanno consentito di “mettere da parte” questa piccola somma, andranno in Etiopia entro la fine dell’anno (..ed io sarò felice di accompagnarli, magari insieme al consigliere Brugni!) per partecipare alla cerimonia di posa della prima pietra del nuovo edifico. Torneranno a casa con un’esperienza indimenticabile da trasmettere ai loro compagni, spiegheranno loro che la pace si costruisce soprattutto consentendo alle persone di vivere dignitosamente, a cominciare appunto dal diritto all’istruzione (altro che bandierine colorate, caro consigliere Brugni!), capiranno che il mondo è molto diverso e ben più complesso di come ce lo descrive la stragrande maggioranza dei media per indurci a far girare la folle ruota di un’economia consumistica e distruttiva, e magari decideranno di imboccare uno stile di vita più sobrio e intelligente. Forse torneranno con qualche ideale universale in più su cui investire il proprio talento. Quei 40.000 euro, dunque, sono un piccolo mattone per la costruzione di un mondo più giusto a partire dall’impegno dei nostri giovani».