Sei pagine su costi politica, appello per tagli e semplificazioni degli apparati
Non usa mezzi termini il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e dell’Unione delle Province marchigiane Palmiro Ucchielli. Il suo bersaglio sono la burocrazia, gli enti “inutili”, gli sprechi e i costi di apparato. E avanza una proposta di riforma a base di tagli, risparmi e semplificazioni, dice lui “per alleggerire i cittadini da questi oneri e dare il buon esempio”. Il tutto in una lettera di sei pagine inviata in questi giorni al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Le parole chiave della riforma? Palmiro Ucchielli non ha dubbi: «Riduzione dei ministeri a non più di 10, al massimo 4 partiti da 30 che sono, drastico taglio del numero delle agenzie e delle autorità amministrative, ridimensionamento dell’amministrazione periferica e unificazione degli enti previdenziali, riorganizzazione e semplificazione di Regioni, Province e Comuni». In altre parole, sintetizza Ucchielli: «Bastano e avanzano cinque livelli istituzionali, quelli che stanno nelle dita di una mano. Andrebbero accorpati funzioni e compiti polverizzati in una pletora di enti strumentali, agenzie, autorità di ambito, consorzi e società, questi sì davvero inutili e costosi tra direttori generali e consigli di amministrazione con stipendi d’oro. Per i burocrati ci vorrebbero chiamate a incarico e nomine-revoche in base al mandato che i cittadini affidano agli eletti. In realtà sono sufficienti Comuni, Province, Regioni, Stato centrale ed Europa. Il resto è tutto spreco». Ecco alcuni passaggi chiave della lettera di Ucchielli al presidente Napolitano. «Stanno emergendo con forza dal Paese segnali di insofferenza per il cattivo funzionamento del sistema politico e amministrativo - scrive il presidente Upi Marche al Quirinale - sono ormai in tanti i cittadini che si domandano quale giustificazione hanno i costi elevatissimi del nostro sistema istituzionale, se questo funziona ormai a scartamento ridotto e appare sempre più lento nel dare risposte chiare ed efficaci alle richieste dei cittadini di vedersi garantite prestazioni adeguate in settori nevralgici della vita di ogni giorno: scuola, sanità, giustizia, trasporti e infrastrutture, sicurezza, tutela dell’ambiente, diritto al lavoro, sostegno alle famiglie. Il disagio popolare è forte e altrettanto elevato è il rischio che monti nel paese una ondata populista e qualunquista che rappresenterebbe un rischio oggettivo per lo sviluppo democratico del nostro Paese. Per uscire da questa situazione di stallo e delegittimazione strisciante, è necessario allora che senza ulteriori indugi ogni parte costitutiva della Repubblica, vale a dire lo Stato e i governi di Regioni, Comuni e Province, assuma, nell’ambito dei poteri che la Costituzione riconosce loro, iniziative forti e incisive per arrivare in tempi brevi a ridare efficienza al sistema e fiducia ai cittadini. Come presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e nella veste di presidente dell’Unione regionale delle Province marchigiane, e ancor prima come cittadino di questa Repubblica della quale mi stanno a cuore le sorti - conclude la sua missiva Ucchielli - ho voluto raccogliere, con questa mia lettera, la preoccupazione e il monito che già da tempo lei ha lanciato, segnalando con profonda preoccupazione il crescente distacco tra politica, istituzioni e cittadini, come spia di una pericolosa regressione democratica del nostro amato Paese».