Centomila metri cubi, secondo le stime di Emidio Catalucci
In una città colpita dal caldo della più torrida estate del secolo, quando tutti sono in ferie e distratti dalle vicende del Palio e dai gossip delle Miss maglietta bagnata, ecco che il Sindaco prova a portare in Consiglio una variante parziale al PRG onnicomprensiva di tutti i progetti dei privati legati alla vecchia e decaduta adozione del Programma Innovativo Complesso in ambito urbano denominato Contratto di Quartiere II di Monticelli. Infatti è diventata inefficace la delibera di Consiglio n. 34 del 5 aprile 2004 (approvata dal precedente Consiglio Comunale).
Tali progetti privati erano stati presentati nel 2001 per partecipare al bando regionale e avevano permesso l’attuazione del “Contratto di Quartiere II", di Monticelli. Oggi vengono riproposti, ma modificati e con il rischio di perdere il finanziamento pubblico di quasi 5 milioni di euro.
I progetti prevedono oltre 100.000 mc di nuovo cemento nel quartiere Monticelli, con un investimento totale di oltre 42 milioni di euro (di cui solo 5 di finanziamento pubblico).
Che bel regalo! Ma a chi?? Alla città e ai suoi cittadini?
O ad alcuni, e soliti, privati?
Non esiste nessuna certezza sul finanziamento pubblico, bloccato dal Ministero in quanto il Comune non ha la conformità urbanistica, perché non ha il PRG adeguato al PPAR, perché non può sottoscrivere nessun Accordo di Programma e perché la delibera che approvava il Contratto di quartiere è scaduta per colpa della giunta attuale, avendo fatto trascorrere inutilmente i 180 giorni necessari per la sua adozione definitiva.
In Commissione urbanistica si è rilevato come le norme tecniche sono state cambiate, che il piano attuativo che sarà sottoposto al Consiglio è stato modificato rispetto a quello del 2004 presentato al Ministero, che non esiste una pianificazione di dettaglio (non è stato presentato nessun progetto), e che per alcuni progetti non esistono nemmeno gli indici volumetrici, e tale grave assenza, rende indeterminato l’intervento.
L’unica cosa certa di tutto questo “pastrocchio” è la colata di cemento che si abbatterà sul quartiere, inerme, indifeso ed incosciente di quello che sta per accadere. Una colata che stravolgerà completamente la fisionomia del popoloso quartiere.
Solo davanti all’ospedale Mazzoni, in area Gabrielli-Calcagni, sarà costruito uno steccone di oltre 45.000 mc a cui si devono aggiungere altri 40.000 mc nelle aree limitrofe.
Sono previsti 3.500 mq destinati a grande superficie di vendita (realizzazione di un centro commerciale) senza la previsione dei necessari posti per i parcheggi pubblici.
In Commissione, però, è stato omesso negligentemente di riferire che la Provincia nel 1995 aveva “stralciato l’area Gabrielli dal PPE della zona 15, in quanto non adeguatamente pianificata”, rinviando la stessa ad un nuovo studio che dovrà tenere conto di 7 prescrizioni, tra cui la consistente riduzione delle sagome e della piastra commerciale tenendo conto della contrapposizione frontale dell’ospedale.
Ma i dirigenti comunali non sanno di queste prescrizioni? E il sindaco perché fa credere che si può costruire ignorando le prescrizioni della Provincia?
Perché tutte queste omissioni e la testardaggine di perseguire un iter urbanistico-amministrativo tutto sbagliato, reso contorto e intricato?
A chi giova tutto questo?
Per capire la sproporzione dell’intervento, basti pensare che il Contratto di Quartiere di Ancona (capoluogo di Regione) che ha già intascato il finanziamento pubblico da parte del Ministero (e i cui lavori inizieranno entro l’anno) prevede una riqualificazione con un intervento complessivo di 20 milioni di euro.
Ad Ascoli, il doppio: 42 milioni di euro!
Tutto a favore dei privati, a fronte di interventi pubblici molto meno impegnativi economicamente.
A riguardo si pensi che per il Centro Alzheimer è stata prevista la somma di 376.000 euro, poco maggiore della somma che si dovrà liquidare all’arch. Giuseppe Anelli (211.000 euro) super consulente del Comune di Ascoli Piceno e trade-union con il Ministero (ma con il vecchio governo Berlusconi).
Monticelli ha bisogno di tutto questo? Quale colpa ha commesso per meritarsi questa condanna definitiva alla sua vivibilità e al suo contesto urbano e sociale?? E pensare che il finanziamento, come dice la delibera 34/2004 è: “finalizzato alla riqualificazione ed al miglioramento delle condizioni ambientali del quartiere, area caratterizzata da diffuso degrado delle costruzioni e dell’ambiente.”
Finora abbiamo trattato, in città, speculazioni edilizie che, al confronto del devastante tsunami di cemento che il sindaco vuole abbattere su Monticelli, appaiono quisquiglie e minuzie!