Ci assumiamo la responsabilità di fronte alle generazioni future
Ciò si rende maggiormente necessario dopo che sulla stampa sono apparse, accanto ai due candidati concorrenti per la Presidenza del Ciip, le due linee contrapposte tra chi opterebbe per la privatizzazione, come il centro-sinistra, e chi invece, come il centro-destra, privilegerebbe la gestione pubblica.
Al di là della palese contraddizione della posizione assunta da alcuni Partiti del centro-sinistra con il programma dell’Unione per le elezioni politiche del 2006, che contiene l’esplicito principio del mantenimento nelle mani pubbliche della gestione del servizio idrico integrato, rimane per noi comunque l’idea dell’acqua come bene comune non mercificabile.
Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile, poiché di proprietà di nessuno, bensì bene che deve essere condiviso equamente da tutti.
Le pressioni ai diversi livelli (internazionale, nazionale e locale) finalizzate ad affermare la privatizzazione e l’affidamento al cosiddetto libero mercato della gestione della risorsa idrica travalicano purtroppo trasversalmente le diverse culture politiche ed amministrative.
Per questo affermiamo come DC che arrestare i processi di privatizzazione dell’acqua assume sempre più la caratteristica di un problema di civiltà, che chiama in causa politici e cittadini chiedendo a ciascuno di assumersi la responsabilità rispetto alle generazioni viventi e future.
Dopo decenni gli effetti della messa sul mercato dei servizi pubblici, quali il degrado e spreco della risorsa, la precarizzazione del lavoro, il peggioramento della qualità del servizio, l’aumento delle tariffe, la diseconomicità dimostrano come solo una proprietà pubblica e un governo pubblico e partecipato dalle comunità locali possano garantire la tutela della risorsa, il diritto e l’accesso all’acqua per tutti e la sua conservazione per le generazioni future.