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Regione, approvato al piano per il diritto allo studio
La discussione si è incentrata soprattutto sulla questione delle esternalizzazioni dei servizi
Il provvedimento è passato con 15 voti favorevoli della maggioranza di centro sinistra e sette astensioni, tutte del centro destra. La discussione si è incentrata soprattutto sulla questione delle esternalizzazioni dei servizi, sulla quale, alla fine l'assemblea ha sostanzialmente lasciato discrezionalità di scelta alla giunta, nonostante le perplessità iniziali della sinistra radicale - propensa originariamente a eliminarne la previsione dal testo - condivise oggi anche dal centro destra. La relazione di maggioranza è stata svolta da Katia Mammoli (Repubblicani Europei), che ha fra l'altro giudicato inammissibile l'eventualità che, pur di non esternalizzare, si giunga al punto di non fornire servizi agli studenti. La Mammoli ha poi rilevato l'opportunità di varare un Ersu unico regionale. Nel suo intervento, ha pure annunciato il proprio voto contrario a ogni proposta di modifica del testo. Per la minoranza è intervenuto Roberto Giannotti (FI), che, bocciando decisamente le esternalizzazioni (un suo emendamento in tal senso è stato respinto) ha parlato di «atto statico, mancante di novità, con una forte riduzione di fondi, che il prossimo anno rischia di provocare la paralisi degli Ersu e un taglio netto dei servizi agli studenti, con aumento dei loro disagi». Altro aspetto controverso emerso durante il dibattito, l'inquadramento del personale. Un ordine del giorno, poi respinto, presentato da An («fortemente preoccupata» per il personale degli enti) prevedeva oltre a uno stop delle esternalizzazioni, anche l'inserimento nel ruolo unico regionale degli addetti (440 unità nei quattro enti operanti nelle Marche, 220 dei quali a Urbino, ateneo con gestione diretta dei servizi). Prospettiva questa che è però stata rigettata sia dall'assessore Ugo Ascoli sia dall'assessore Luciano Agostini, i quali - suffragati dal proprio schieramento - hanno definito quella del ruolo unico la strada verso lo scioglimento degli enti. Da registrare alcuni battibecchi molto polemici tra gli esponenti dei due poli: Giannotti ha accusato la sinistra radicale di essersi «calata le braghe», respingendo la sua proposta contraria alle esternalizzazioni e accettando, invece di votare (pur di non riconoscere al centro destra il merito della cosa) una mediazione della presidente della prima commissione, la diessina Adriana Mollaroli, da lui ritenuta insufficiente. «Siete dei bari - ha detto l'azzurro - e dovrete spiegarlo a sindacati e lavoratori», alludendo al rischio che a suo avviso le esternalizzazioni creerebbero per i posti di lavoro. «Questo linguaggio - ha replicato il capogruppo del Prc Giuliano Brandoni - è offensivo e da caserma».