Rossi-Brugni, ancora un botta e risposta

Rossi-Brugni, ancora un botta e risposta

Il consigliere provinciale aveva denunciato un ostruzionismo verso la città di Ascoli

Scambiare il rigoroso rispetto delle regole poste a tutela dell’interesse pubblico, dell’ambiente, dei diritti dei cittadini con un accanimento dettato da motivi ideologici, significa o ignorare le leggi o  manifestare segnali di immaturità politica. Peraltro, su diverse iniziative Comune e Provincia lavorano in collaborazione e, laddove si riscontrano difficoltà, grazie al confronto si tenta di individuare percorsi amministrativi che mirino a raggiungere il risultato rispettando però le leggi. Nel caso dei programmi urbanistici, poi, se il Comune dovesse ritenere che la Provincia abbia  leso illegittimamente l’autonomia dell’Ente o commesso errori o abusi di altro genere, potrebbe ricorrere nelle sedi giurisdizionali competenti.
Come ad esempio fece per un caso analogo il comune di Fermo che, oltre all’annullamento del provvedimento della Provincia, chiese anche un risarcimento danni: in poco più di un anno (ricorso presentato a febbraio 2005, sentenza depositata nel maggio 2006), il TAR Marche si espresse dando ragione alla Provincia.
Sono convinto che il Sindaco di Ascoli e l’intera Amministrazione comunale, pur nella legittima diversità di vedute su tanti aspetti, non condividano il modo di fare politica di Brugni, questi toni che incitano al disprezzo e all’odio verso le istituzioni puntando alla loro delegittimazione. Atteggiamenti che non trovano certo riscontro negli attori istituzionali, abituati a confrontarsi con grande rispetto reciproco con la Provincia riconoscendone l’impegno e il rigore amministrativo, ma che rischiano di far presa su una pur sparuta minoranza di cittadini influenzabili.
Chi riveste cariche istituzionali, come il consigliere Brugni, ne dovrebbe avere massimo rispetto, così come dovrebbe rispettare il pronunciamento dei cittadini che conferiscono il mandato a governare.