No in giunta provinciale di un altro fermano

No in giunta provinciale di un altro fermano

«La designazione di Marcaccio sicuramente può aprire nuovi scenari»

ANTONIO FILIPPINI«Nel leggere in questi giorni sulla cronaca locale di molti quotidiani  le dichiarazioni, da noi condivise,  di Gionni (Ds) e Ruggeri (Margherita) circa la sostituzione in giunta provinciale di Marcaccio, neo presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con un esponente che non sia espressione del fermano, ci sembra opportuno fare alcune riflessioni. Innanzitutto vogliamo dire, in maniera umile e sommessa, che l’Udeur di Ascoli Piceno, dopo i Democratici di sinistra, è il secondo partito della città sia per la condivisione da parte di tanti del progetto politico posto in essere che per il numero di tesserati (più di 300). Ed è  proprio questo notevole consenso cittadino che ci permette di dire la nostra,  perché la designazione di Marcaccio sicuramente può aprire nuovi scenari. Infatti, questa nomina oltre a liberare una risorsa all’interno della giunta provinciale di Ascoli Piceno, potrebbe determinare ancora una volta lo spostamento dell’attenzione politica verso il fermano, scegliendo soggetti di quel territorio. Se la politica è fatta di ascolto e di azione propositiva verso la collettività, allora ci sembra opportuno fare la nostra analisi. Ma è necessario che questa venga fatta altresì anche dal Presidente della Provincia di Ascoli Piceno per rideterminare in maniera propulsiva gli equilibri politici tra il territorio ascolano e quello fermano, senza creare contrapposizioni forti. Abbiamo la convinzione che una efficace azione di governo richieda che tutta la provincia di Ascoli Piceno sia messa in condizione di riconoscersi e sentirsi pienamente rappresentate nell’Amministrazione provinciale, attraverso il metodo dell’ascolto, dell’interpretazione dei bisogni, dell’equità e nella destinazione delle risorse. Ogni squadra deve esprimere al meglio l’indirizzo di governance e questa deve essere fondata sulla competenza e sulla rappresentanza territoriale. Principi, questi, di equilibri duraturi per la coalizione. Pensiamo che la legittima riflessione di Rossi sia quella di recepire le proposte dei partiti del centrosinistra sottolineando, in maniera equa, il ruolo, il rispetto e la parità di tutti i partiti che compongono il tavolo della coalizione. Solo se c’è questa considerazione allora è possibile costruire le basi di una vera e profonda progettualità politica, fatta di individui e di scelte. La politica è la dimensione dove si affrontano i problemi che si frappongono allo sviluppo della persona e della comunità. La nostra, presidente Rossi, non è ne una rivendicazione, ne un capriccio, ma un’apertura necessaria e fondamentale per la riaffermazione dell’identità a  misurarci positivamente in un contesto divenuto variegato e complesso nei suoi aspetti economici, politici e sociali».