/Chiostro di San Francesco, dove sono finiti quegli affreschi?
Chiostro di San Francesco, dove sono finiti quegli affreschi?
Catalucci: «Sono scomparsi duranti i lavori di recupero e risanamento»
«Pochi giorni fa è stato inaugurato il nuovo chiostro di san Francesco dopo il lungo lavoro di restauro e risanamento conservativo della Chiesa di San Francesco e del Chiostro maggiore,
il progetto definitivo dei lavori in parola è stato approvato per l’importo complessivo di €. 312.600,00 mediante deliberazione di Giunta Comunale n. 117 del 25/05/2004,
che, successivamente, mediante determinazione n. 1930 del 17/12/2004 è stato approvato il progetto esecutivo con l’impegno dell’importo complessivo di € 312.600,00 al Capitolo 81827.00 del PEG 2004 ad oggetto:”Recupero patrimonio Comunale di interesse storico artistico”, sommando le altre seguenti fonti di finanziamento:
- €. 50.000,00 nell’azione 3643 ad oggetto “ Recupero chiesa e chiostro San. Francesco” finanziato con la Lottomatica,
- €. 155.000,00 nell’azione 4560 ad oggetto “Recupero chiesa e chiostro San. Francesco” finanziato con fondi CARISAP,
con la determinazione n. 407 del 23/03/2005 venivano aggiudicati i lavori all’Impresa Crucianelli Edil/Frontignano S.r.l. con sede in Tolentino ( MC), la quale, successivamente, subiva una fusione mediante incorporazione con l’Impresa Crucianelli Rest/Edile srl.
che la ditta aggiudicatrice, ai sensi dell’articolo 9 del contratto stipulato il 12.05.2005 n. 28516, ha dichiarato in sede di gara di voler subappaltare le seguenti lavorazioni:
- lavori di ponteggiatura - con affidamento in subappalto alla ditta D’Auria Group S.r.l. con sede in Ancona. (Determina dirig. n. 1290 del 20/09/2005).
- lavori di sistemazione pavimenti, posa intonaci, posa pavimenti ed impianti elettrici e tinteggiature – con affidamento in subappalto all’Impresa Sparti del Geom. Sparti Walter, con sede in Ascoli Piceno, in Via delle Zeppelle, n. 13. (Determina dirig. n. 1415 del 13/10/2005).
- completamento dei lavori di ponteggiatura – con l’affidamento in subappalto all’Impresa Euro Ponteggi S.r.l. di Petrongolo Anna con sede legale ed amministrativa in C.so V. Emanuele, n. 35 – 66020 Sambuceto (CH). (Determina dirig. n. 542 del 12/04/2006).
che, con determinazione n. 652 del 04/05/2006 l’Amministrazione Comunale ha concesso una proroga di giorni 180 per il termine dell’ultimazione dei lavori in parola, in considerazione del fatto che, la realizzazione delle opere di somma urgenza e degli scavi archeologici che vanno di pari passo con i lavori di cui in oggetto, hanno impedito il regolare svolgimento delle lavorazioni, per cui il nuovo termine per l’ultimazione dei lavori è diventato il giorno 5/11/2006;
Premesso che, come denunciato da articoli di stampa del 15 marzo 2006, durante i lavori di restauro è scomparsa una iscrizione medievale a caratteri gotici di notevole valore documentario.
Tutto ciò, nonostante la segnalazione del dott. Paolo Seghetti, ispettore onorario della Sovrintendenza, che aveva fatto coprire il frammento ma il cui accorgimento è risultato vano.
La scomparsa, purtroppo, è stata definitiva. L’iscrizione medievale era posta sulla colonna (la quarta partendo dalla chiesa).
Non è la prima volta che in Ascoli, durante i lavori edili di restauro, di recupero e di risanamento conservativo (sic!!) si producono danneggiamenti e si registrano scomparse del nostro patrimonio storico, architettonico e artistico, come da alcuni giorni denunciato sulla stampa locale.
Purtroppo, grande è stata la sorpresa e l’incredulità nel verificare, al momento dell’inaugurazione, che alcuni affreschi all’interno del chiostro maggiore di San Francesco erano spariti!!!
Da documentazione elaborata negli anni da insigni studiosi ascolani e non, si può facilmente risalire alla presenza di molte iscrizioni medievali ed affreschi nel Chiostro, oggi scomparsi dopo i lavori in questione.
Infatti basta immergersi nell’inesauribile fonte di documentazione storica dell’Antonio Salvi “Iscrizioni Medievali di Ascoli Piceno” edito dall’Istituto Superiore Medievale Cecco d’Ascoli, collana testi e documenti diretta da Andrea Anselmi; così come consultare l’opera della professoressa Giuditta Alleva “I Chiostri di San Francesco”, edito nel 1969 dall’INA.
Nel Salvi vengono citati testualmente: “…Iscrizioni nel Chiostro…all’inizio dell’arco che imposta sulla colonna di mezzo del lato del chiostro parallelo a Via del Trivio, è possibile rilevare un residuo di iscrizione dipinta (Tav. XXVII)”. E ancora : “…Una seconda iscrizione è dipinta nella nicchia situata accanto alla porta che consente il transito dal chiostro alla chiesa. La scritta ora estremamente deteriorata, si sviluppava su 6 righe delimitate da linee di colore rosso. Un ulteriore e deprecabile danno è stato arrecato da macchie di moderni prodotti e vernice spry. L’iscrizione forse doveva indicare la sepoltura di qualche religioso francescano…” La datazione veniva computata MCCCX come riferito anche dal Giorgi nella sua opera “Le clarisse in Ascoli Piceno” (pag. 34).
Considerato l’ennesimo episodio di “Storia rubata” della città di Ascoli, con il grave danno arrecato al patrimonio artistico, storico e culturale della città, che si candida, sempre più menomata ed impoverita, ad essere inserita nella lista del Patrimonio protetto sotto l’egida dell’UNESCO, e nella sconsolata e amara constatazione che non esiste oggi nessuno strumento ed azione messo in atto dal Comune per contrastare la continua serie di furti, scomparse, manomissioni, danneggiamenti delle opere d’arte ascolane si chiede di sapere:
1.Sulla vicenda del Chiostro di San Francesco, quali provvedimenti intende disporre ed attivare il Comune al fine di una seria indagine per verificare le reali motivazioni della scomparsa degli affreschi, ed appurare le eventuali responsabilità.
2.Qual è stata la funzione di verifica e di controllo dei lavori da parte della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle Marche, deputata a coordinare e mettere in sicurezza i lavori di restauro delle opere d’arte. Visto che sono stati effettuati importanti scavi archeologici.
3.Come è stato possibile ammettere e permettere ben tre sub appalti di lavori, in un contesto storico ed architettonico così delicato e rilevante. E come avvengono i controlli sui lavori edili in queste circostanze in cui si richiede alta e stabile professionalità specializzata per interventi sui reperti storici e di arte; quando, invece, sono avvenuti distacchi temporanei di personale tra varie ditte supappaltate.
4.Se, a parere dell’amministrazione comunale, questo ennesimo caso di Storia Rubata di Ascoli Piceno, e la sua negativa pubblicità locale e nazionale, non metta, ancora una volta in risalto, la scarsa consapevolezza e la mancanza del ruolo istituzionale dell’Ente per definire “Ascoli, museo aperto” e concepire i materiali di storia e d’arte di Ascoli come le maggiori risorse economiche della città. Al contrario, così come succede, si dà un colpo mortale alle nostre pretese di città patrimonio dell’UNESCO, e alla progettazione e realizzazione del Distretto Culturale ad Ascoli, visto come fattore di sviluppo economico.
5.Se l’amministrazione comunale, con l’assessore alla cultura in prima persona, non intenda mettere in essere tutti gli impegni presi durante la seduta del Consiglio Comunale del 18 dicembre 2006 quando fu approvata all’unanimità (delibera di Consiglio Comunale n. 103) la mozione da me presentata circa la cura, la protezione, la conservazione, la manutenzione e la fruizione del patrimonio artistico, storico, architettonico e monumentale della città. attraverso la costituzione di un centro di raccolta, di monitoraggio, di archiviazione e catalogazione di tutti i reperti e i beni culturali, storici, ambientali ed architettonici che rendono unica al mondo la città di Ascoli Piceno. Che esito ha avuto l’impegno preso dalla giunta nell’attivarsi, presso Enti istituzionali e centri specializzati regionali e nazionali, nel sollecitare e promuovere, ad Ascoli, un Polo Marchigiano della Carta del Rischio del Patrimonio Culturale».