Presidente Assunta Paci, perché questa assemblea regionale degli amministratori della montagna con la presenza del presidente Nazionale Borghi? Già da tempo -dice il presidente - come Uncem abbiamo aperto un ragionamento sull’ente locale comunità montana nella nuova situazione creata dalla modifica del titolo V della costituzione , ma anche dalle modifiche sociali, economiche, normative che hanno investito le aree montane: in fondo le Comunità montane sono nate agli inizi degli anni 70 e la legge che definisce la montagna legale risale agli anni 50, tante cose sono cambiate e occorre prenderne atto.
D-Non passa giorno senza che qualcuno chieda la chiusura delle comunità montane individuate come centro di spesa e sostanzialmente inutili.
R-Veda se il problema del costo della politica in Italia fosse risolvibile con l’abolizione delle C.M sarebbe davvero inesistente, come ben testimonia G. Stella nel suo libro “ La casta”. Ben altri sono i centri di spesa, è molto facile sparare sul più debole per muovere un po’ le acque e salvaguardare i veri gangli di spesa e di potere. Quello che ogni volta maggiormente mi colpisce è che nessuno si preoccupi di approfondire , che nessuno si chieda chi e come gestirebbe i 231 servizi associati che le comunità montane marchigiane oggi gestiscono per conto dei comuni ,dati risultanti da una indagine della Regione Marche.Nessuno si chiede cosa succederebbe ai cittadini dei territori montani se per ipotesi dalla sera alla mattina si interrompessero quei 231 servizi e chi potrebbe di farlo al posto delle Comunità montane.
D-Ma anche il presidente dell’Anci Sturani non perde occasione per chiedere la chiusura delle C.M.
R-Ma, se non mi sbaglio, non mi pare che il direttivo regionale dell’Anci si sia mai espresso in questo senso e quindi penso che questa sia una sua posizione personale. Comunque a Sturani ho offerto la mia disponibilità a discutere insieme sui problemi della governance nei territori montani e su come dare risposte concrete ai bisogni dei piccoli comuni, ma non ho ancora avuto risposte. Evidentemente è più facile fare questo tipo di uscite, sul tipo del consigliere di Berlusconi, l’economista Brunetta.
D-Solo che i problemi non si risolvono con le battute. Ma voi cosa contate di fare?
R-In questa nostra Assemblea regionale che si terrà il giorno 8 nella sala Raffaello del Palazzo della giunta regionale, a cui ho invitato anche i sindaci dei comuni montani , oltre agli amministratori delle comunità montane, discuteremo su come dovrà essere la nuova comunità montana, su cosa dovrà fare, a che bisogni dovrà dare risposta. Sicuramente ci porremo anche il problema su come ridurre il numero dei componenti degli organismi delle C.M , valutando pure come dovranno essere eletti e da chi essere composti, se il numero delle C.M nelle Marche risponde davvero ai bisogni dei cittadini e se questi enti sono davvero quell’agenzia di sviluppo del territorio montano come si propongono. Non mancherà neppure una riflessione sulla reale montanità del territorio che oggi ricade dentro questa definizione. Senza dimenticare il rafforzamento del ruolo di unione dei comuni montani che già la legge nazionale ci ha conferito.
D- A proposito di gestione associata dei servizi, sulla ripartizione dei fondi ad essi dedicati , ci sono forti prese di posizione da parte delle Unioni che lamentano una penalizzazione.
R-Vede nelle Marche fino al 2006 i cittadini residenti nelle aree montane risultavano fortemente penalizzati rispetto a quelli residenti nelle Unioni dei comuni. Infatti questi potevano contare su contributi, pro capite per la gestione associata dei servizi, superiori di quasi 4 volte rispetto ai primi. Quindi si è cercato di ristabilire il principio di una perequazione che mettesse i cittadini delle Marche di costa ed entroterra su di piano di sostanziale parità. Su questo principio di riequilibrio tutte le Associazioni degli enti locali si sono trovate d’accordo, sottoscrivendo pure un documento d’intenti. Ora se nell’applicazione pratica, fatto salvo il principio su esposto, si notano evidenti manchevolezze, cominciamo da subito a ridiscuterne per il 2007, in modo di sapere su quanto ciascun ente potrà contare in tempi rapidissimi, evitando di arrivare a fine anno con amare sorprese.