Repetita iuvant” (speriamo anche per Brugni), allora aggiungo che la Provincia di Ascoli spende circa un decimo di quanto sarebbe previsto dalle norme. Ognuno può essere messo nelle condizioni di valutare se l’azione di chi governa la cosa pubblica è efficace o no.
Quanto alle missioni e ai rapporti che abbiamo instaurato con varie realtà estere, non vorrei che Brugni confondesse la Provincia con il provincialismo. Il mondo globalizzato è realtà sotto gli occhi di tutti e se dal territorio si leva alta e ripetuta la legittima richiesta di un sostegno delle istituzioni agli sforzi che il tessuto economico piceno sta compiendo per adeguarsi ai mutati scenari internazionali, la Provincia, ente di coordinamento di area vasta, ha il dovere di dare una risposta.
In tutte le missioni all’estero che abbiamo compiuto in questi anni, il punto di riferimento è stato proprio questo: non siamo andati in giro per stringere mani o per turismo, abbiamo sempre accompagnato delegazioni di imprenditori intenzionati a stipulare relazioni economiche (e in alcuni casi i frutti sono già arrivati) oppure a promuovere il territorio piceno e le sue qualità (si pensi alle varie fiere dove prodotti e materiale divulgativo del Piceno sono andati a ruba). Se continuiamo ad avere la leadership regionale per presenze turistiche, sarà anche per merito di quest’impegno oltreconfine o no?
Per cui: finiamola con queste sparate demagogiche a buon mercato e analizziamo i fatti con i dati e gli atti. Che, Brugni lo sa bene, sono in ogni momento a disposizione sua, di tutto il Consiglio provinciale e, nell’ambito del diritto di accesso, dei cittadini interessati».
Leggi qui la denuncia del consigliere Brugni