Brugni: «Un razzismo al contrario. Chi pensa ai nostri figli?»
Ha colpito non solo la comunità di Appignano in maniera devastante ma chiunque abbia un pò di sangue in corpo. In quei ragazzi si sono rivisti i propri figli, nipoti, fratelli e sorelle ed in tutti ha acceso un sentimento di giustizia, adesso a mente fredda è necessario riflettere richiedendo a voce alta due cose: la giusta pena e che questa tragedia non si ripeta mai più. Il nostro silenzio è scaturito non dalla mancanza di argomentazioni politiche tutt'altro, ne avevamo e ne abbiamo fin troppe, proprio tre mesi orsono avevamo sottolineato il pericolo di quella comunità in un'interrogazione al consiglio provinciale, ma da un profondo rispetto e cordoglio verso quel dolore immenso, incomprensibile per chi non ci passa che mai nessuna medicina, neanche il tempo inesorabile che passerà, riuscirà a cancellare, figuriamoci delle parole, anche le più azzeccata, il rispetto verso quei ragazzi e verso le loro famiglie è sacro. Ma adesso è giunta l'ora di replicare per le rime a chi pur di scagionarsi, avendo la coscienza sporca cerca di rimescolare le carte organizzando dal momento della tragedia sino ad oggi uno strano tam tam mediatico, con dichiarazioni senza rispetto alcuno della tragedia ed oggi addirittura arriva a pontificare, ammunendo chiunque a strumentalizzare la tragedia. Vergogna!!! L'unica riflessione, caro Rossi, non è quella di trovare il colpevole accusando chiunque, la gente conosce bene quello che è stato, non serve ricordarglielo, non è di certo che facendo quadrato con tutti gli esponenti di Rifondazione Comunista a tutti i livelli Giordano, Amagliani, Amadio con dichiarazioni che vanno dalla difesa ad oltranza della "risorsa rom" o accusando gli abitanti di "beceri ululati" si sistemerà il tutto, la vita a quei ragazzi non la ridarà nessuno, l'unico segno di rispetto da parte di tutti era quello del silenzio. Vergogna!!! Adesso, invece, per chi ha a cuore il futuro dei nostri giovani e non vuole far dimenticare questa tragedia è necessario attivarsi a tutti i livelli della politica, affinchè non accada mai più e forse l'unico modo per onorare la memoria di quei ragazzi sarà proprio quella di dire negli atti e nonsolo nelle parole: "Mai più", bloccare quella strana forma di razzismo al contrario che contagia tutti i governanti della nostra Italia, ai Rom dovevamo pagare la luce, l'acqua, il gas, le rette delle scuole, agli immigrati dobbiamo garantire un lavoro, un sussidio, e agli Italiani chi ci pensa, chi trova un lavoro ai nostri figli? Questa la riflessione, giusta l'integrazione e ci mancherebbe, ma deve partire soprattutto da loro, rispettando le nostre leggi, altrimenti dobbiamo rimandarli a casa loro, l'integrazione non significa cancellazione del rispetto delle leggi da parte di chiunque. Bene, questo è lo scenario che abbiamo e che diventerà molto più scuro se non ci muoveremo, per ricordare degnamente quei ragazzi è necessario fare un monumento alla loro memoria, al loro sacrificio, ai martiri dell'integrazione ad ogni costo senza se e senza ma, chiunque ci passerà davanti potrà riflettere su questa presunta forzata integrazione che molti vogliono adottare, far rispettare le leggi dello Stato a tutti, questo l'imperativo, non devono esistere zone franche. Quanto alle polemiche innestate dagli esponenti di Rifondazione un'unica riflessione: Vergognatevi, avete avuto il coraggio di attaccare anche gli abitanti di Appignano distrutti dal dolore, Vergogna, non vi interessa il rispetto dei morti, l'importante è sollevarsi dalle responsabilità, becero fare inappropriata polemica politica anche in questi momenti».