Marche, immigrazione a quota 100mila

Marche, immigrazione a quota 100mila

Incidenza maggiore a Macerata: l’8%. Ad Ascoli il più basso numero di immigrati

Nelle Marche, infatti  l’incidenza della popolazione straniera, per lo più da Paesi Europei (il 50%), è sopra la media nazionale: 6% contro il 5,2 nazionale, vale a dire più di 1 straniero ogni 20 cittadini italiani. Ma c’è una provincia che la supera di molto ed è Macerata con l’8%, che arriverà presto ad 1 cittadino straniero ogni 10. Mentre Ancona, dove risiedono più immigrati, si attesta sul 6%, così come Pesaro-Urbino. Ascoli Piceno, invece, è la provincia con la minore incidenza con il 5,2. 
Sono in sintesi i dati riferiti al 2005 analizzati dal rapporto Caritas Marche “ I numeri parlano di persone”, illustrato oggi in Regione, alla presenza dell’assessore regionale ai Servizi sociali e Immigrazione, Marco Amagliani, del delegato regionale Caritas Marche, Don Nello Barboni, del sindaco di Ancona , Fabio Sturani, oltre a Emmanuele Pavolini, Docente di Sociologia Economica e dell’Organizzazione- Università degli Studi di Macerata e Nadan Petrovic, Direttore del Servizio Centrale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
Tredici diocesi marchigiane hanno lavorato insieme – ha spiegato Don Barboni- con un gruppo qualificato di volontari per offrire un servizio utilissimo anche agli enti pubblici. Immigrazione è una parola- ha detto Don Barboni - che bisogna ancora riempire di significati e valori culturali più profondi, ma il vero valore sta nell’integrazione, cioè nel vedere l’altro come un dono.
Il dossier rappresenta un documento importantissimo- ha evidenziato Amagliani- che si affianca al lavoro della Regione Marche in questo settore e che serve a comprendere meglio il fenomeno. Al di là delle problematiche specifiche e nonostante nelle Marche l’integrazione sia ottimale, tuttavia dobbiamo rafforzare tutti gli interventi in questo senso. Ed è ciò che abbiamo fatto con il Piano triennale dell’Immigrazione, recentemente approvato dal Consiglio regionale, dando a questo concetto una priorità fondamentale. Anche per questo abbiamo raddoppiato, rispetto allo scorso anno, la dotazione finanziaria portando ad 800 mila euro le risorse dedicate. La mia ambizione però, è che nel tempo, si arrivi a non assegnare più risorse per l’integrazione, perché significherebbe prevedere servizi ordinari e diritti acquisiti per i cittadini e non più a una sorta di “riserva indiana”.       
L’immigrazione nelle Marche- come ha sottolineato anche Fabio Sturani - non è più un fenomeno emergenziale, ma una dimensione strutturale che comporta una concezione più approfondita e più lungimirante. Sturani ha riferito che Ancona sta già superando il 7% della popolazione e le 100 etnie diverse, ed è anche la città dove esiste maggiormente il fenomeno dei minori non accompagnati (soprattutto afghani) e dei richiedenti asilo: 205 nel 2006. “Un problema nel problema.” Per progettare il futuro- ha poi concluso- partiamo dalla riflessione che  il 22% di questi cittadini stranieri sono minori.
Pavolini ha quindi illustrato il dossier, sottolineando anche i vantaggi del flusso immigratorio: la variazione demografica che per città come Ancona significa accedere a maggiori risorse statali o popolazione scolastica in aumento e quindi poter attivare nuove classi nelle piccole realtà locali. In generale vi è una costante tendenza all’aumento di arrivi, paritari tra maschi e femmine. Nel   mercato del lavoro, circa il 13% degli occupati lavoratori dipendenti è straniero e raggiunge il 15-16 % a Pesaro e Macerata. Le nuove assunzioni degli ultimi tre anni hanno interessato cittadini immigrati nel 27% dei casi, specie in edilizia con il 25% (1 su 4 straniero), a Pesaro e Macerata ben il 33% lavora in edilizia, in agricoltura 1 su 5 e nel manifatturiero 1 su 6. Inoltre è esplosa l’imprenditoria etnica, più di 3000 gli imprenditori stranieri (maggiore nel Maceratese e nel Pesarese). I nodi critici restano ancora la Scuola e la Casa, mentre i problemi di prima accoglienza sembrano superati.

 

Ad Ancona: meno europei e più latino-americani. Tra i motivi di insediamento singolare è la componente del lavoro autonomo tra gli immigrati provenienti dalla Cina Popolare. Per quanto concerne le imprese ha peso rilevante la comunità originaria del Bangladesh.
Ad Ascoli-Piceno: più basso numero di immigrati. La Cina è al terzo posto dei paesi per numero di immigrati. La popolazione immigrata è più anziana rispetto al resto delle Marche. Imprenditorialità poco vivace. .
A Macerata: al primo posto per incidenza della popolazione immigrata nella Marche. Marcata presenza asiatica. Leggera prevalenza maschile al contrario di quanto avviene a livello regionale e nazionale.
A Pesaro: europei ed africani, aree maggiormente rappresentate. Comunità senegalese prevalentemente maschile e moldava prevalentemente femminile. Notevole partecipazione immigrata nella struttura imprenditoriale locale.