Bilancio, il quadro è sconcertante

Bilancio, il quadro è sconcertante

Gli amministratori danno la colpa degli aumenti a Stato e Regioni

Negli ultimi anni il Comune, a diverso titolo, preleva dalle tasche dei suoi cittadini 540.000 euro in più all’anno. Con un prelievo fiscale comunale di 1.885.000 euro, l’aumento generale è stato di oltre il 40%. Nessun comune in Italia ha osato tanto. La fiducia che i cittadini Folignano hanno rinnovato al Sindaco Allevi è costata 60 euro in più all’anno per ognuno, che per una famiglia di 4 persone corrisponde a 240 euro in più all’anno, per Tarsu, Ici, addizionale comunale Irpef  (raddoppiata), COSAP e costo dei servizi a domanda individuale. Il Sindaco e l’Assessore al bilancio hanno provato a giustificare l’aumento con un goffo tentativo di attribuire la responsabilità allo Stato ed alla Regione per il taglio dei trasferimenti. Argomentazioni subito rispedite al mittente dai Consiglieri di opposizione, i quali con i dati ufficiali hanno provato che i trasferimenti della Regione sono rimasti pressoché invariati, mentre quelli dello Stato centrale sono diminuiti di 70.000. I 470.000 euro circa di aumento delle tasse sono serviti a finanziare la politica essenzialmente inutile ed inefficace dell’attuale maggioranza di quello che resta del centro destra. Inutile ed inefficace, perché ad esempio, il servizio di trasporto locale nel corso degli anni si è ridotto e non c’è traccia del prolungamento a Folignano Capoluogo, non v’è neanche il progetto della nuova scuola elementare nel Capoluogo, per Piane di Morro la modesta spesa per una farmacia comunale ci fa presupporre che non  ci sarà neanche nel 2007, a Villa Pigna non si fa alcun intervento di conservazione e riqualificazione urbana. La maggiore spesa?  Circa 110.000 euro all’anno servono per pagare le poltrone, ossia i sei assessori, il Presidente del Consiglio ed il Sindaco; 200.000 per aumento di dipendenti e di stipendi, 100.000 per contributi ad una associazione partecipata e il resto per  interventi finalizzati esclusivamente a politiche del consenso. A noi non resta che l’indignazione per l’ingente prelievo fatto dai portafogli dei cittadini  e sopratutto perché quei soldi alimentano una spesa dissennata  che, se meglio utilizzata, potrebbe produrre molti benefici per la collettività.