Mancini della sinistra giovanile non farà parte del PD
all'alba di una svolta politica epocale, negativa o positiva che si voglia leggere: la formazione del Partito Democratico. E' stato votato dal 71% dei delegati.
Erano 220 i votanti e Gionni ha ottenuto 156 voti a favore, 19 sono stati gli astenuti e 45 le schede bianche. In buona sostanza gli astenuti e le schede bianche sono riconducibili alle mozioni Angius e Mussi. Il tema della scissione è aleggiato per tutta la durata del congresso. E se Giorgio Mancini, segretario provinciale della Sinistra giovanile, ha dichiarato che non farà parte del PD, Antonio Canzian, portavoce della mozione Mussi, ha però dato tratti più precisi.
Per ora nessuna scissione, ma grande attenzione della minoranza di sinistra al percorso che ora è in mano alla classe dirigente del partito alla quale si raccomanda di rallentare, di riflettere. Le decisioni saranno prese dopo il congresso nazionale dei Ds.
«Certo è – dice Canzian – che un iscritto su quattro pone delle perplessità sull'approdo al PD. C'è una notevole differenza tra punti della mozione Fassino, condivisibili, e il manifesto del Partito Democratico. Temi importanti come laicità, diritti civili e ambiente devono essere approfonditi. Così l'appartenenza al Partito socialista europeo». Auspicato che i contributi della minoranza siano considerati nella realizzazione del PD. Un congresso che ha visto la storia della sinistra dal Partito d'azione (Giangiacomo Lattanzi) fino al Pci, confrontarsi con i nuovi linguaggi della Sinistra giovanile a favore e contro il PD. I 15 anni di Massimo D'Angelo di Offida (il più giovane segretario della Sinistra giovanile d'Italia) a favore del PD e gli 82 dell'onorevole Lattanzi (Mussi); segno di una passione che continua, ma si adegua storicamente. Il presidente della Provincia Massimo Rossi scodella sul tavolo del congresso Ds una realtà su cui occorre riflettere: la divaricazione tra scienza e politica.
Una riflessione che deve far decidere per un cambiamento del modello di sviluppo con una «politica globale e non di cortile». Riflettere sul fatto, ad esempio, che l'1% della popolazione mondiale detiene il 40% delle risorse. Giancarlo Collina, segretario provinciale della Cgil, ha esposto la preoccupazione dei lavoratori e dei pensionati invitando a porre il lavoro come punto prioritario del programma politico. «Il lavoro è al primo posto – ha replicato Mauro Gionni – ne è permeata tutta la relazione che scaturisce dall'analisi e dalla partecipazione al dibattito d'autunno di tutti gli iscritti. E le elezioni politiche del 2006 premiano la nostra politica: riconquista di San Benedetto, Ds primi ad Ascoli, Pietro Colonnella sottosegretario nel governo Prodi. Ora però occorre dare risultati concreti su infrastrutture, ferrovie, sanità, senza coniugare verbi al futuro».