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Provincia e Regione unite sulla gestione dell'acqua
«Castelli cerca di insinuare divisioni politiche»
«Il consigliere regionale Castelli, non avendo incarichi di responsabilità nel governo della cosa pubblica, impiega tutto il suo tempo a sfornare a getto continuo comunicati sperando così di accreditarsi come fustigatore dei costumi della politica. In questo momento, è alla sua occhiuta attenzione il sistema di gestione del ciclo delle acque: ma non, come potrebbe immaginare il cittadino, per contribuire all’obbiettivo di conservare alla gestione pubblica, cioè della collettività, il controllo su come viene impiegata la preziosa risorsa naturale, bensì per cercare di insinuare divisioni politiche tra chi è chiamato a compiere scelte determinanti su questa materia.
Ebbene, sottolineiamo con forza che mai come in questa occasione Provincia e Regione sono stati d’accordo nel condividere la scelta del Disegno di legge varato dal Governo il 13 marzo scorso che punta a superare le attuali Autorità d’ambito per la gestione del ciclo idrico riconducendo la materia alla competenza delle Province.
Tanto è vero che la Regione ha sospeso l’iter della legge in materia approvata dalla Giunta nel luglio 2006 (riunione alla quale il vicepresidente Agostini non ha potuto partecipare per altri impegni, non certo perché non ne condivideva i contenuti), mentre il presidente Spacca e il presidente della provincia di Pesaro - Urbino Ucchielli, in qualità di presidente regionale dell’Unione delle Province d’Italia, hanno firmato un protocollo d’intesa politico con cui la Regione s’impegna a approvare una legge che superi il sistema degli ATO: una scelta che il vicepresidente Agostini condivide in toto. E su questa linea si è mosso il presidente Rossi durante l’assemblea dei soci che ha dato vita al nuovo consiglio d’amministrazione dell’ATO 5: rinnovare il Cda, con compensi drasticamente ridotti rispetto al passato, col compito di approvare rapidamente il Piano d’ambito e quindi dare il via libera all’affidamento della gestione del ciclo alla pubblica CIIP.
Dove siano dunque le divergenze tra noi, Castelli ce lo dovrebbe spiegare: piuttosto spieghi perché prima dia lui stesso notizia della stipula del protocollo tra Spacca e Ucchielli e, tre giorni dopo, si metta di nuovo ad esternare sostenendo una diversità di strategie tra i due Enti. Speriamo che stavolta Castelli non si senta offeso se lo definiamo un fiume in piena che, nella furia di scagliarsi contro tutti coloro che sono impegnati nello schieramento avverso (ma spesso anche contro gli alleati), travolge ogni cosa, compresa la coerenza logica di ciò che scrive».