Quasi tutti i consiglieri e molti assessori sono intervenuti nel dibattito. La contrapposizione ha riguardato due tipi di argomenti: da una parte il riconoscimento di diritti delle coppie di fatto (già accolti da 16 paesi europei, come è stato ricordato da Primavera e Urbinati, promotori della prima mozione); dall’altro lato la difesa del valore tradizionale della famiglia, sia da un punto di vista laico (Felicetti, De Vecchis), che religioso o laico e religioso al tempo stesso (Gabrielli, Assenti, Lorenzetti). Piunti (An) ha contestato che l’apertura di Dico potrebbe elevare le unioni tra omosessuali a “modello negativo”. Assenti e Gabrielli hanno contestato che le coppie omosessuali non avrebbero “valenza sociale” e non potrebbero quindi interessare il “diritto”, ma solo la “sfera privata”, asserendo al tempo stesso che l’utilità sociale del matrimonio risiede nella possibilità di generare figli. Circostanza contestata da Primavera, il quale ha addotto il caso dei matrimoni eterosessuali contratti in tarda età, che non sono vietati, pur non potendo avere come finalità la procreazione.
L’assessore alle Politiche sociali Emili ha apprezzato la richiesta di Lorenzetti di più incisive politiche per la famiglia, ed ha anzi affermato che il bilancio comunale di previsione per il 2007 andrà già in tale direzione. L’assessore all’Ambiente Canducci, lo stesso Menzietti e i consiglieri Evangelisti (Ds) e Marinucci (Verdi) hanno contestato che i Dico sarebbero una misura “contro” la famiglia tradizionale. Il consigliere della “Rosa nel pugno” Laversa ha parlato di eccessivo peso di argomenti di tipo religioso su questi temi. Forlì ha difeso li provvedimento sui Dico, ma ha pure ricordato che l’iter parlamentare ha già superato alcune imperfezioni delle proposte originariamente presentate, trattandosi dunque di un argomento delicato nelle sue molte sfaccettature.