L'approvazione dell'ex Comparto Firenze ha delle ombre
«E’ strano il comportamento del Sindaco che esce dall’aula per non votare la delibera sul PPE del ex Comparto Firenze. Sicuramente proprio l’atteggiamento del primo cittadino alimenta il sospetto che vuole nascondere qualcosa. Ma cosa?
Senza dare nessuna motivazione, ieri sera anzi stizzito perché gli era stata chiesta, per ben tre volte, sulle delibere del comparto Firenze, lui si alza e esce dall’aula per non votare. Perché? Perché forse interessato alla delibera?
E’ la domanda che circola in città con insistenza e senza, ancora, una plausibile e necessaria risposta.
Singolare atteggiamento! Anche perché ha chiesto un voto di “fiducia” alla sua risicata maggioranza (18 consiglieri su 25 del centro destra), la costringe all’obbedienza più cieca, al silenzio assordante, visto che nessuno e, dico, nessuno, dei suoi ha avuto il coraggio e la volontà di intervenire in aula (in 6 ore di dibattito) per difendere un Piano di iniziativa pubblica presentato dal Comune,…. e poi che fa? Lui… NON VOTA!
Ripeto, Perché??
Per conto suo, invece, l’impassibile ing. Stefano Babini, consigliere comunale di A.N., Presidente della Commissione Urbanistica e Dirigente Provinciale del Genio Civile, vota tranquillamente tutto quello che passa il convento (anche se questa può diventare una polpetta avvelenata).
Nella sua tripla veste, l’ing. Babini, prima formula positivamente il parere obbligatorio e vincolante sul progetto di approvazione al PPE, in qualità di dirigente del Genio Civile, poi vota il progetto stesso, in qualità di consigliere comunale “paletta”.
Ma non è incompatibile?
Almeno un minimo di decoro, e un minimo di senso di opportunità politica ed etica, avrebbero dovuto consigliare al consigliere Babini, lui sì, di NON partecipare al voto.
Mistero tra i misteri….
Comunque la si giri, con l’ ”affaire” Comparto Firenze, la maggioranza di centro destra esce sempre di più dilaniata e indebolita, compressa e insofferente.
E qualcuno, dei consiglieri di centro destra, appare stanco di dover subìre e votare, decisioni che vengono prese da pochi altri e in altre sedi, non istituzionali».