Chissà, domani fors’anche peso elettorale. Questo nonostante l’invito a ragionare con serenità sull’unico nobile obiettivo dei veri democristiani, quello di mettere fine all’annosa diaspora. Per quanto ci riguarda non intendiamo assolutamente seguire su questo terreno chi, al di là di professarsi democristiano, fa della polemica lo strumento essenziale per fare politica.
Noi siamo invece cattolici democratici più interessati a mettere al centro della politica le”cose da fare” nell’interesse della collettività e nel rispetto dei valori e degli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa.
Ciò lo vogliamo fare insieme agli altri partiti in cui militano cattolici democratici, popolari, laici riformisti e quanti altri privilegiano la politica dei programmi, della sobrietà, della tolleranza e della mediazione, eludendo polemiche, estremismi e radicalismi.
Noi abbiamo l’obiettivo non celato di destrutturate questo sistema politico bipolare e di ricomporlo ricreando le condizioni per riaggregare un’area omogenea moderata, di centro e riformista, che garantisca la governabilità del Paese e restituisca al popolo italiano il senso di una partecipazione democratica sulle scelte per il bene del Paese e non quello della deriva plebiscitaria e personalista sino ad oggi perpretata dal leader del centro-destra.
Per iniziare, anziché solo enunciare la necessità di un nuovo patto di palazzo Giustiniani tra tutti gli eredi della mai defunta Democrazia Cristiana, la stessa Dc di Giuseppe Pizza, quella dello storico scudo crociato, l’Udeur di Clemente Mastella e la Rifondazione Dc di Publio Fiori hanno organizzato a Roma per il prossimo 17 marzo la manifestazione Costitutiva della “Federazione Democristiana”.
Ovviamente ci appelliamo a tutti “i liberi e forti”, di donsturziana memoria, affinché partecipino a questo significativo ed importante appuntamento, sul quale campeggerà la frase di Alcide De Gasperi
“Solo se uniti saremo forti”.
Il tribunale di Roma, nelle vesti del Giudice Di Salvo, ha rigettato, in data 6 marzo 2007, il ricorso ex art.700 c.p.c., proposto da Angelo Sandri che aveva chiesto l’immediata cessazione dell’uso del simbolo della democrazia Cristiana da parte di Pizza e Lizzi, nonché l’annullamento del ventesimo congresso della Dc, tenutosi a Roma.
Il tribunale di Roma ha, inoltre, condannato Angelo Sandri al pagamento delle spese processuali.
Tale decisione segue la sentenza dello stesso tribunale, depositata il 25 settembre 2006, che aveva accolto totalmente la domanda della Dc di Pizza e Lizzi per l’uso del simbolo della Democrazia cristiana.
“Il Tribunale di Roma ha riconosciuto le nostre ragioni – ha dichiarato il segretario della Dc Giuseppe Pizza – e, ancora una volta, sancisce che gli unici legittimati a poter usare il famoso simbolo della Democrazia cristiana siamo noi”.