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Cooperazione internazionale, prime notizie da Itiuba
I tre falegnami sono partiti domenica 18 febbraio e rientreranno in Italia il 19 marzo
Lo comunica Don Sandro Vespasiani, referente locale del Progetto Itiuba, corredando un’ appassionata riflessione su quanto questa esperienza incida sulla comunità locale con un’ampia documentazione fotografica che ritrae Lorenzo Piergallini, di Grottammare, Franco Massaccesi, di Montelparo, e Sante Minardi, di Sasso Ferrato, attorniati dai loro “allievi”.
“Questi scambi, fatti nella sincerità e semplicità di aiutare, per me sono positivi”, scrive don Sandro, “Per coloro che cercano i peli nelle uova, forse non lo siano tanto come lo vedo io, chiaro che tutto é migliorabile e dobbiamo cercare di farlo. Ma il solo pensare che persone mature lascino per un mese i suoi e donano qualcosa del loro a degli sconosciuti mi sembra non poca cosa. La presenza di queste persone ad Itiuba scuote anche la nostra mentalità pacata, ci dice che il mondo é grande e sopratutto per i giovani penso che sia un bello scossone.
Lo sporcarsi le mani insieme, e superare qualche difficoltà, come la lingua, rende sempre piú fraterna la relazione tra i maestri, gli alunni e perfino i cittadini e questo é importante; non solo il tentare di trasmettere un mestiere”.
I tre falegnami sono partiti domenica 18 febbraio e rientreranno in Italia il 19 marzo. Il viaggio si inquadra in una nuova esperienza del “progetto Rondine”, come momento di sintesi e valorizzazione di un programma di cooperazione decentrata volto a favorire la rinascita sostenibile della comunità brasiliana, colpita nel 1996 dalla siccità. Segue ai progetti “Scuola” (è stato realizzato un edificio in muratura per ospitare 45 studenti in sostituzione di una capanna priva di tutti i servizi) e “Acqua” (realizzato un complesso impianto idrico per l’estrazione, depurazione e distribuzione dell’acqua). Oltre che le tecniche del lavoro manuale, i falegnami attualmente impegnati nella missione stanno insegnando ai giovani anche l’utilizzo dei macchinari dell’ex opificio Cardarelli, spediti dal Comune di Grottammare nel 2005 e sistemati dentro il capannone costruito appositamente per lo scopo, dopo il corso di fabbricazione muraria al quale alcuni itiubensi avevano partecipato nell’ambito della prima spedizione del “Progetto Rondine”, nel 2004.