Ogni giorno in Africa muoiono di fame 35.000 persone
Il Forum è un incontro molto importante della società civile (la prima edizione si tenne a Porto Alegre nel 2001), a cui prendono parte numerosi capi di governo, amministratori, economisti, scienziati e associazioni che si riuniscono al fine di trovare soluzioni concrete a problemi reali, formulando proposte per livellare le differenze del mondo. A Nairobi era particolarmente nutrita la presenza delle istituzioni italiane: c’erano infatti rappresentanti di 120 enti pubblici, tra cui le 4 Province marchigiane.
“Il grave disagio sociale che affligge l’Africa ci riguarda da vicino - ha sostenuto il rappresentante degli immigrati Epiphane Yovo Dossou – per questo era importante che la Provincia di Ascoli fosse presente con una delegazione ufficiale: è indispensabile che gli aiuti della Provincia siano impiegati bene in un lavoro di prevenzione e di educazione che coinvolga tutta la popolazione civile. In quanto africano – ha aggiunto – mi sono sentito particolarmente coinvolto ed emozionato ed è stata un’esperienza che non dimenticherò facilmente”.
Il consigliere Stefano Stracci ha ribadito la necessità di un maggiore impegno delle istituzioni, considerando che in Africa ogni giorno muoiono, solo di fame, 35.000 persone. “Significativa la marcia che si è svolta dalla discarica di Korokocho fino al centro cittadino - ha sottolineato il consigliere Stefano Stracci – purtroppo per aderire all’iniziativa era necessario pagare una quota d’iscrizione che la povera gente della zona non era in grado di sostenere. L’Amministrazione provinciale è intervenuta consentendo la distribuzione di 4.000 pass per partecipare alla marcia.”
“E’ necessario dare una voce all’Africa - ha affermato l’assessore provinciale alle Politiche Sociali Licia Canigola – il Paese troppo spesso è dimenticato dai media: nessuno parla più di HIV, del problema dell’acqua, della sanità, dell’istruzione. Il Coordinamento regionale degli Enti per l’Africa - ha aggiunto- di cui la Provincia fa parte deve essere in grado di interloquire, oltre che con la società civile, anche con i governi locali per evitare scollamenti tra le loro iniziative e le politiche del nostro Governo. Ciò può avvenire solo attraverso i progetti di cooperazione allo sviluppo: basti pensare al problema di come gestire i considerevoli flussi migratori che continuano ad arrivare nel nostro paese dalla Libia e dall’Eritrea”.