Celani, chiedo l'annessione di Castel di Lama

Celani, chiedo l'annessione di Castel di Lama

Il vice presidente Luciano Agostini indica le soluzioni

Consiglio comunale senza il «convitato di pietra», così chiama il vice presidente della regione Marche Luciano Agostini il primo cittadino di Ascoli, Piero Celani. L'assenza del sindaco di Ascoli però è colmata, forse a dismisura, da un suo messaggio affidato ad un imbarazzato consigliere comunale di maggioranza del capoluogo: Francesco Ciabattoni di Forza Italia. Alle richieste di soluzioni dei problemi che gli amministratori di Castel di Lama, con il sindaco Patrizia Rossini in testa, imputano ad un difficile dialogo con Ascoli, il sindaco Celani, provocatoriamente, scrive che se Castel di Lama vuole un referendum per unificarsi a Villa S. Antonio, Ascoli chiederà l'annessione del comune di Castel di Lama al capoluogo piceno. Censura dai cittadini arrivati in gran numero al consiglio comunale aperto lamense, critiche da rappresentanti della circoscrizione ascolana di Villa S. Antonio come Luigino Malavolta, critiche dal vice presidente della Provincia Emidio Mandozzi. Quest'ultimo, dopo un'aspra reprimenda del documento di Celani inviato al consiglio comunale di Castel di Lama in sua vece, pone le basi per costruire un nuovo rapporto: condividere i bilanci e la programmazione pluriennale legati ai confini del capoluogo piceno con quelli di Castel di Lama. Chiaro, diretto e competente l'intervento del consigliere comunale lamense Gianluca Re. Di chiacchiere finora se ne sono fatte tante, secondo Re, è l'ora della chiarezza da parte di tutti: Regione Marche e Provincia, visto che il sindaco di Ascoli dice chiaramente quello che pensa. Chiarezza sulla possibilità di unificazione e sul metodo per risolvere il problema dei rifiuti e quindi della discarica comunale ascolana che ammorba gli abitanti di Castel di Lama e programma la realizzazione di una quinta vasca. Gianluca Re offre alla platea attenta dati europei. Quello della discarica per l'Unione Europea è l'ultimo strumento da utilizzare per lo smaltimento dei rifiuti, infatti viene classificata al quinto posto di una serie di alternative più virtuose: politiche per la riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, compostaggio, utilizzo di un termovalorizzatore, ultima la discarica. RE cita diverse capitali europee, da Copenaghen a Parigi, che utilizzano il termovalorizzatore (inceneritore). Si tratta, è vero, di un processo inquinante, ma molto meno di una discarica e permette il teleriscaldamento come a Brescia, dove 15 mila abitanti hanno acqua calda in casa senza avere caldaie. Poi Gianluca Re chiede alla Regione Marche, cioè al vice presidente Agostini cosa è disposta a fare per dare soluzioni a questi problemi. Agostini concorda con tutto quanto detto da Re. Il vice presidente regionale è convito sul termovalorizzatore e sollecita la proposta e l'appoggio del territorio per far attecchire presso il governo regionale questa realtà. Sull'unificazione Agostini cita i limi della legge regionale n. 10, quella sul referendum, ricorda il passato, quando si era giunti a scrivere una convenzione con il comune di Ascoli per dirimere le problematiche di confine. Allora non si fece non per un problema finanziario, ma per mera volontà politica. Per Luciano Agostini allora si potrebbe intanto ripartire da quel punto, gran parte del lavoro è stato già fatto: si tratta di scegliere. Per la scelta secondo il vice presidente della Regione Marche occorre che i due consigli comunali si riuniscano congiuntamente. Insomma le basi per costruire ci sono. Lo dimostra l'intervento d'esordio del consiglio comunale aperto del presidente del consiglio Domenico Re, già sindaco di Castel di Lama, ora anche presidente del Piceno Consind. Per Domenico Re il Consind sul problema del depuratore industriale sta interagendo con il progetto di copertura della vasche. L'ente partecipa ad un concorso regionale e europeo per un finanziamento atto allo scopo. Castel di Lama è una miscela esplosiva e per la politica sovra comunale di Regione e Provincia è ora che Ascoli dialoghi con i suoi sindaci confinanti assumendo in pieno il ruolo di capoluogo in una nuova provincia che si sta ridisegnando. Ora più che mai i temi debbono essere affrontati dalla città territorio.