definendo programmi e azioni orientate a promuovere uno sviluppo coerente con principi di equità sociale.
Aver rivolto lo sguardo in avanti, orientato la bussola verso un futuro nei confronti del quale nessun cittadino deve restare solo o restare indietro, ha caratterizzato i programmi delle coalizioni di centro-sinistra e ha incontrato la fiducia e il consenso nella società. D’altra parte è questo ciò che i cittadini chiedono alla politica. Ed è questo ciò che deve caratterizzare l’identità politica dell’Unione. Se, invece, lo sguardo è rivolto all’indietro e vengono alimentate divisioni che appartengono al passato, la politica perde contatto con la realtà e diventa incomprensibile, fumosa ed inutile.
Questo non significa negare la dialettica, ma saper trovare le leve necessarie per fare in modo che culture politiche anche diverse si innestino tra loro, generando sintesi alte e proficue. Perché l’obiettivo della politica è quello di rispondere ai bisogni della comunità, non di eluderli in nome di principi incomprensibili e lontani dalla gente.
Gran parte dei Presidenti di Regione, dei Presidenti di Provincia e dei Sindaci sono espressione della Margherita e dei Democratici di Sinistra, cioè delle principali forze politiche che operano per dar vita al Partito Democratico. Anche laddove non esprimono direttamente il vertice dell’amministrazione, i due partiti, hanno un peso politico fondamentale sia nell’azione di governo che nell’elaborazione degli indirizzi generali.
Credo che il dibattito sul PD dovrebbe ripartire da queste cifre e da queste esperienze per trovare la giusta collocazione ed incontrare l’interesse dei cittadini. E non perché il Partito Democratico deve diventare il partito degli amministratori locali, ma perché è nel consenso che i cittadini hanno già conferito su una certa idea di società che la politica nazionale può trovare le giuste coordinate.
Occorre, cioè, che le forze politiche trovino il punto di messa a fuoco su un progetto chiaro che guarda al futuro e che, allo stesso tempo, sia fortemente ancorato alla concretezza delle cose da fare. Questo, in fondo, è ciò che chiedono i cittadini alla politica. E questo è ciò che farebbe bene all’Unione ed al Paese.
Nelle Marche abbiamo saputo muoverci in questa direzione. Il nostro impegno, fin dall’inizio, è stato quello di promuovere un “Progetto” chiaro che esprimesse un’altrettanta chiara idea di sviluppo e di equità sociale. Il progetto si è arricchito delle diverse culture e sensibilità, facendo di esse un punto di forza e non di divisione. Sulla base del Progetto per le Marche” abbiamo chiesto il consenso dei cittadini ed oggi, dal Governo della Regione, la nostra azione è coerente a tale progetto ed ha come costante gli interessi della comunità marchigiana. In questo senso ciò che ci unisce è più forte di ogni altra cosa che ci potrebbe dividere. Per questo vogliamo e dobbiamo guardare avanti. Guardare indietro non servirebbe a migliorare né l’oggi, né il domani dei Marchigiani. E soprattutto non ci capirebbero i cittadini, sia di centro-sinistra che di centro-destra, a cui interessa principalmente, al di là delle idee politiche ci ciascuno, che i servizi funzionino e che ci sia un futuro migliore per tutti. Quando la politica, invece, si perde in dibattiti che non hanno come punto di ricaduta la concretezza delle cose da fare, si allontana dai cittadini. E questo il nostro Paese non se lo può permettere. Perché il futuro è davanti a noi e le sfide che ci attendono richiedono il coraggio delle scelte. Scelte che si devono basare su un progetto chiaro così come chiari devono essere gli obiettivi e le risposte da dare. Questa è la politica con la “P” maiuscola e questo è ciò che chiedono alla politica i cittadini.