Ascoli - Dal risultato elettorale, che ha determinato un cambiamento plateale nella guida della politica regionale da sinistra a destra, è iniziato il toto giunta. Vediamo un saltarello di nomi tra le varie deleghe a giorni alterni, la comparsa di nomi con un “bagaglio di voti" per zainetto da scampagnata leggera assurgere a quella o all'altra delega assessorile. Nel mezzo di questa bagarre la Consigliera di Parità Paola Petrucci invia una diffida tempestiva al presidente Francesco Acquaroli richiamandolo al rispetto delle norme:
«Oggetto:
Avviso di diffida
Ancona, 13 ottobre 2020
Al Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli
Alla Segretaria Generale della Regione Marche Deborah Giraldi
Alle Consigliere e ai Consiglieri eletti nella Regione Marche - per tramite del Segretario Generale
Giunge notizia dagli organi di stampa
che la composizione della giunta sia in dirittura di arrivo ma, dagli
stessi, si evince che tale organismo sarebbe composto da una sola
donna a fronte di un numero complessivo di sei Assessori oltre al
Presidente.
Nel mio ruolo di Consigliera di Parità
nominata dal Ministero del Lavoro quale pubblico ufficiale per
verificare e rimuovere situazioni di squilibrio di genere nella
Regione Marche sono a sottolineare quanto segue: • lo Statuto della
Regione Marche, approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 4
dicembre 2004, n. 210 recita, all’art. 3 secondo comma “La
Regione valorizza la differenza di genere in ogni campo ed attività
operando al fine di garantire condizioni di effettiva parità a donne
e uomini. Le leggi regionali garantiscono parità di accesso a donne
e uomini alle cariche elettive e negli enti, negli organi e in tutti
gli incarichi di nomina del Consiglio e della Giunta.” • In
materia di composizione delle Giunte regionali si è sviluppata una
giurisprudenza (del giudice amministrativo in sede giurisdizionale
ribadita anche dalla Corte Costituzionale) intesa a dichiarare
l'illegittimità dell'atto di nomina, da parte del Presidente della
Giunta regionale, di assessori della Giunta, in caso di violazione
del dettato statutario regionale in materia di riequilibrio di
genere. • Il Consiglio di Stato (sezione V) con sentenza n. 3670
del 21 giugno 2012 ha ribadito che «per
quanto riguarda l’individuazione dei componenti dell’esecutivo
regionale, lo statuto, pur preservando in capo al Presidente il più
ampio margine di scelta per permettergli di comporre la Giunta
secondo le proprie valutazioni di natura politica e fiduciaria,
prescrive che gli assessori siano nominati «nel pieno rispetto del
principio di un’equilibrata presenza di donne e uomini»,
di talché la discrezionalità spettante al Presidente risulta
arginata dal rispetto ditale canone, stabilito dallo statuto, in
armonia con l’articolo 51, primo comma, e 117, settimo comma, della
Costituzione.»
Alla luce
di quanto sopra specificato la sottoscritta avvisa la Regione Marche
nella persona del Presidente Francesco Acquaroli che, qualora non
venga rispettato l’equilibrio di genere nella composizione della
Giunta della Regione Marche sarà costretta ad impugnare per
illegittimità l’atto di nomina della Giunta con formale diffida
legale e conseguenti azioni legali. Nel restare a disposizione per
attivare le procedure suggerite dalla legge in materia di soluzione
di discriminazioni collettive si porgono distinti saluti
Paola Petrucci -
Consigliera di Parità
Regione Marche».
A questo punto noi, senza voler entrare nel ristretto cerchio delle decisioni, in considerazione del fatto che “il buon giorno si vede dal mattino” e che durante la campagna elettorale abbiamo ascoltato più volte il ritornello della competenza come fattore di cambiamento legato però anche ad una giusta rappresentanza, attendiamo le notizie ufficiali per dare di conseguenza le nostre valutazioni sulla nuova squadra di governo delle Marche.