Ascoli - Una rappresentanza di tutti i gruppi consiliari di maggioranza ha condiviso e poi depositato una mozione per impegnare il Sindaco e l'Amministrazione comunale di Ascoli Piceno a concedere la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre per l'opera di testimonianza e mantenimento della memoria della Shoah, di cui fu vittima, e dell’impegno per i diritti umani.
La senatrice a vita, Liliana Segre è sopravvissuta al campo di concentramento Auschwitz - Birkenau ed è reduce dell'Olocausto.
Nel 1990, dopo 45 anni di silenzio, si rese per la prima volta disponibile a partecipare ad alcuni incontri con gli studenti delle scuole di Milano portando la sua testimonianza di ex deportata e da allora è diventata una testimone importantissima e l’autorevolezza della sua figura pubblica è stata riconosciuta dall’attribuzione di molte e prestigiose onorificenze, tra cui quella di Senatrice a vita su nomina nel gennaio 2018 del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Liliana Segre ha continuato in tutti questi anni di figura pubblica a esaminare e scandagliare la storia e la contemporaneità promuovendo campagne per i diritti umani e per debellare l’antisemitismo che, secondo la Segre, “non è mai sopito, solo che si preferiva nel dopoguerra della ritrovata democrazia non esprimerlo. Oggi è passato tanto tempo, quasi tutti i testimoni sono morti e l’antisemitismo è tornato fuori cosi come l’indifferenza generale, uguale oggi come allora quando i senza nome eravamo noi ebrei”.
Liliana Segre rappresenta una delle figure più nobili della Nazione, segnata dal portare in sé la memoria della tragedia della Shoah e il senso della vita come sopravvivenza dell’umano e come scelta etica.
Il testo della mozione
"Al Presidente del Consiglio Comunale di Ascoli Piceno
Al Sindaco di Ascoli Piceno
MOZIONE:
per la concessione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre per l’opera di testimonianza e mantenimento della memoria della Shoah, di cui fu vittima, e dell’impegno per i diritti umani.
Premesso che:
-la senatrice a vita, Liliana Segre, è sopravvissuta al campo di concentramento Auschwitz-Birkenau ed è reduce dell'Olocausto;
-la senatrice a vita, Liliana Segre, nata a Milano il 10 settembre 1930 da Alberto Segre e Lucia Foligno rimase vittima delle leggi razziali fasciste all'età di 8 anni, quando nel settembre del 1938 fu costretta ad abbandonare la scuola elementare; poi, la guerra, i bombardamenti, la caccia all’ebreo; un lungo periodo di vita nascosta con il padre e due cugini, braccata tra la Brianza e la Valsassina; infine, il tentativo di trovare la salvezza in Svizzera, e l’arresto al confine il 7 dicembre 1943 da parte dei gendarmi del Canton Ticino; fu rispedita in Italia dove, il giorno successivo, fu
tratta in arresto a Selvetta di Viggiù, Varese; dopo sei giorni di carcere venne trasferita prima a Como e alla fine nel carcere di San Vittore a Milano, in quel Quinto raggio che il fascismo aveva destinato agli ebrei e dove rimase detenuta per 40 giorni. Il 30 gennaio 1944 venne deportata con il
padre in Germania, partendo dal 'Binario 21' della Stazione Centrale di Milano e dopo una breve sosta nel campo di transito di Fossoli arrivò al campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz il 6
febbraio e fu internata nella sezione femminile. Dei 605 prigionieri ebrei del suo trasporto, circa cinquecento vennero mandati al gas e bruciati dopo poche ore. Non rivedrà mai più il padre, che morirà ad Auschwitz il 27 aprile 1944. Anche i suoi nonni paterni, arrestati a Inverigo, Como, il 18
maggio 1944, furono deportati ad Auschwitz, dove furono uccisi il giorno stesso del loro arrivo, il 30 giugno dello stesso anno. Alla selezione, le venne imposto e tatuato sull'avambraccio il numero
di matricola 75190. Durante la sua permanenza nel campo di concentramento fu impiegata nei lavori forzati nella fabbrica di munizioni 'Union', di proprietà della Siemens, lavoro che svolse per circa un anno. Il 27 gennaio 1945, sgomberato il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz
per sfuggire all'avanzata dell'Armata Rossa, i nazisti trasferirono 56.000 prigionieri, tra cui anche Liliana Segre, a piedi, attraverso la Polonia, in un viaggio della morte verso la Germania. La Segre,
non ancora 15enne, fu condotta nel campo femminile di Ravensbrück e in seguito trasferita nel sotto campo di Malchow, nel nord della Germania. Fu liberata il 1° maggio 1945, dopo l'occupazione del campo di Malchow da parte dell’Armata rossa. Tornò a Milano nell'agosto 1945. Liliana Segre è
una dei 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz;
-nel 1990, dopo 45 anni di silenzio, si rese per la prima volta disponibile a partecipare ad alcuni incontri con gli studenti delle scuole di Milano portando la sua testimonianza di ex deportata e da allora è diventata una testimone importantissima e l’autorevolezza della sua figura pubblica è stata
riconosciuta dall’attribuzione di molte e prestigiose onorificenze, tra cui quella di Senatrice a vita su nomina nel gennaio 2018 del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella;
-Liliana Segre ha continuato in tutti questi anni di figura pubblica a esaminare e scandagliare la storia e la contemporaneità promuovendo campagne per i diritti umani e per debellare
l’antisemitismo che, secondo la Segre, “non è mai sopito, solo che si preferiva nel dopoguerra della ritrovata democrazia non esprimerlo. Oggi è passato tanto tempo, quasi tutti i testimoni sono morti e l’antisemitismo è tornato fuori così come l’indifferenza generale, uguale oggi come allora quando i senza nome eravamo noi ebrei”;
-Liliana Segre rappresenta una delle figure più nobili della Nazione, segnata dal portare in sé la memoria della tragedia della Shoah e il senso della vita come sopravvivenza dell’umano e come scelta etica;
il Consiglio Comunale
impegna il Sindaco e l’Amministrazione comunale a disporre gli atti necessari alla concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre per l’opera di testimonianza e mantenimento della memoria della Shoah, di cui fu vittima, e dell’impegno per i diritti umani".
Ascoli Piceno, 15 novembre 2019