Il regista Giusepppe Piccioni appoggia Emidio Nardini per le comunali

Il regista Giusepppe Piccioni appoggia Emidio Nardini per le comunali

Allora mi concedo di ricordare una frase scritta sui muri da un gruppo di ragazzi nel mio primo film girato proprio ad Ascoli, Il Grande Blek: facciamo che i nostri sogni diventino realtà.

Ascoli - Una lettera aperta del regista Giuseppe Piccioni  arriva a sostegno della candidatura di Emidio Nardini (Ascolto & Partecipazione):
Mi piacerebbe che i cittadini ascolani, in barba ai sondaggi e ai volponi della politica locale, esprimessero il loro consenso a Nardini. Perché? Perché è l'unico candidato che, con molta difficoltà, fa parte di un lungo elenco di cittadini che vorrebbero davvero " fare qualcosa per Ascoli".

Perché una volta tanto ci si svegliasse dal torpore rituale delle competizioni elettorali e la città desse finalmente un segnale di una possibile inversione di rotta. Perché Nardini è un bravo e stimato medico, conosce molto bene le disfunzioni di quel sistema e ha davvero a cuore la salute dei suoi concittadini. Perché il programma della sua lista non promette odio, risentimento, rivalse, ma un'attenzione costante, vigile, ai problemi di tutti. Perché i giovani ascolani possano avere un futuro, una possibilità concreta che non li condanni allo spreco dei loro anni migliori e all'avvilimento e alla mortificazione delle loro capacità e delle loro speranze.

Perché nell'amministrazione della città ci siano facce diverse con cui potersi finalmente confrontare. Perché nessuno di quei giovani possa più dire "qui non succede niente". Perché anch'io, finalmente, troverei un motivo per fare qualcosa per loro e per la nostra città. Perché non si sia condannati alla noia, all'indifferenza. Per non essere più presi in giro. Sì, mi basterebbe questo: un vento leggero, un'aria nuova, perché la correttezza e la buona volontà di molti, il desiderio di fare, non siano frustrati dalla politica dei soliti noti, quella politica che intralcia, impedisce, ostacola, scoraggia, affinché tutto rimanga com’è.

Perché Ascoli possa essere un modello per altre città per qualità della vita, benessere, rispetto per i cittadini. Qualcuno dirà che non entro nel merito dei problemi concreti. È vero, ma mi chiedo se, fra i miei concittadini, c'è chi crede che tali problemi si possano affrontare senza un pensiero, un progetto più grande, un'idea più complessa del mondo in cui viviamo. Mi chiedo se, guardando alle esperienze del recente passato, ritengono seriamente che scimmiottando gli spettacolini della politica in tv, con l'unica ossessione di strappare un consenso, non importa in che modo, si possano davvero affrontare i problemi che abbiamo davanti. Tuttavia un pensiero fatica a farsi strada nonostante le migliori intenzioni.

Cominciamo allora dalle persone, da quelle almeno che cercano di rendere l'aria più respirabile. Cominciamo da chi è disposto al confronto con tutti. Cominciamo a creare le premesse per ripensare una città. Cominciamo da Nardini. Da qualcuno che, com'è accaduto in qualche rara occasione in passato in altre realtà diverse dalla nostra, vuole cercare, nel suo mandato, di lasciare un segno profondo, che duri nel tempo, a beneficio dei cittadini. Che si distingua per le idee, l'entusiasmo, la lealtà, la fermezza e anche la capacità di correggere gli errori, di ascoltare gli altri. E non per il semplice esercizio del potere, per elargire regali, elemosine, favori, in cambio di un consenso servile.

Spero che la lista cui fa riferimento Nardini possa interpretare la solitudine e il disorientamento di molti. Sogni, diranno alcuni maestri del pragmatismo. Allora mi concedo di ricordare una frase scritta sui muri da un gruppo di ragazzi nel mio primo film girato proprio ad Ascoli, Il Grande Blek: facciamo che i nostri sogni diventino realtà
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