Ascoli -Ascoli - Inaugurato l'impianto di soccorso di Castel Trosino
che ha bloccato il razionamento notturno del flusso idrico. Alta opera
d'ingegneria, è costato 3 milioni e mezzo. Ma non c'è pace per il presidente
Giacinto Alati che ha portato con i suoi collaboratori il gestore pubblico a
livelli di rilievo nell'efficienza e nella gestione economica. Ora è in atto
una campagna di delegittimazione priva di ogni fondamento.
A soffiare sul fuoco
il Pd sambenedettese in una sorta di carambola. Si tira la boccia sul biliardo
a mare per centrale il boccino sul tappeto ascolano. Perché è su Ascoli che in
realtà si sta giocando la partita doppia: la corsa per la poltrona a Sindaco
della città capoluogo di provincia nasconde il retroscena economico più
importante: la presidenza della Ciip Spa.
Il tentativo, neppure tanto nascosto, è quello di tirare giù
di sella il presidente Giacinto Alati che ha avuto l'ardire di gestire più che
bene la società pubblica, di essersi trovato sgomitando 27 milioni di euro per
il primo stralcio del nuovo acquedotto del Pescara, sarà il primo acquedotto antisismico
in Italia, sotto le ali protettrici di Erasmo De Angelis, segretario generale
dell'Autorità di Bacino, che ha trovato in Alati e nella sua squadra un pezzo
forte di una nuova visione per la gestione dell'acqua pubblica in sinergia con
altri enti tra Marche e Umbria.
Il Piceno e il Fermano, i territori di competenza della Ciip Spa, rappresentano
il punto di attrazione di un progetto pilota per il resto della nazione su come
progettare il futuro della gestione della risorsa idrica. Il Piceno con il
progetto complessivo che vede il Ciip, Nera in Umbria, Tennacola e Astea nelle Marche, superare
il Contratto di rete marchigiano per ampliarsi nell'Anello dei Sibillini: una progettazione
di area vasta che prevede una spesa di 300 milioni di euro. E la garanzia che
in futuro, con diverse derivazioni e snodi integrati, preveda un soccorso
generalizzato in caso di crisi idrica.
Sono quelle situazioni che vengono chiamate buone pratiche. Ma questo tipo di atteggiamento manageriale è come il fumo negli occhi per chi ha sempre visto la gestione pubblica di certi servizi come serbatoio esclusivo di consensi. Strutture per affidare incarichi al di là del buon funzionamento del bene pubblico e quindi del servizio efficiente per il cittadino. Allora, all’ombra di accordi di apparentemente sempre negati sulla stampa, i soliti noti contrattano le proprie ambizioni. Un’azienda che ottiene finanziamenti dalla Bei (Banca Europea degli Investimenti) per oltre 60 milioni di euro, soltanto sul rating di qualità basato esclusivamente sulla valutazione dei bilanci d’impresa, fa gola. E il vecchio detto “squadra che vince non si cambia” non vale per certe logiche di spartizione politica che di certo non fanno il bene della comunità.
Il presidente Alati paga qualche incarico negato, la
rotazione di più imprese esterne che lavorano per Ciip Spa. E sulle cordate che
si preparano per il prossimo mese di giugno, guarda caso appena dopo i
risultati elettorali per il Comune di Ascoli Piceno, Alati dice che è legittimo
che ci siano certe aspirazioni. Ma di certo lui non mollerà. Una frase che gli
è scappata in qualche incontro è stata "non possono pensare che qui c’è
qualcuno che quando mamma chiama picciotto risponde”. Insomma, gli elettori
ascolani, affatto stupidi, si vanno raccontando certe vicende perché in fondo
la Ciip Spa conta 250 dipendenti, persone che valutano la buona gestione di
Alati e la certezza che questa gestione offre per il futuro delle proprie
famiglie.
Così in piazza del Popolo la gente “ricama” sogghignando e mette
insieme un paio di santini elettorali in “accoppiata”. I giochi sono scoperti e
i pupari hanno fili che s’intrecciano sempre più spesso facendo diventare la
recita dei pupi sempre più impacciata.