Ascoli Servizi Comunali ha deciso di
ricorrere al TAR per l’annullamento dell’atto con cui la Regione
ha affidato ad una società in house maceratese lo smaltimento delle
macerie di Arquata e, più in generale, delle province di Ascoli e
Fermo. Un atto chiaramente illegittimo in quanto adottato in
violazione dell’art. 28 comma 6 del D.L. n. 189 che imponeva il
coinvolgimento preliminare della società partecipata del nostro
comune per le attività di rimozione. Un atto, inoltre, chiaramente
discriminatorio verso la Città e che si aggiunge alla sequenza
infinita di ostilità consumate dal duo Ceriscioli/Casini in danno di
Ascoli.
Mi corre l’obbligo di ringraziare il Consigliere
Regionale Piero Celani che ha ripetutamente denunciato le
irregolarità formali e sostanziali che hanno costellato un
procedimento molto “sospetto”. Auspico che anche i parlamentari
ascolani vogliano intervenire per segnalare al Ministro dell’Ambiente
Costa la gravissima condotta della regione che si pone in evidente
contrasto con le normative del terremoto, del codice degli appalti e
della disciplina delle aziende in house.
Quel che è peggio, tuttavia, è che le “strane operazioni “ della Regione sulle macerie stanno provocando ulteriori ritardi nelle attività di rimozione. Recentemente il sindaco di Arquata Petrucci ha nuovamente denunciato i rallentamenti causati dalla acrobazie di Ceriscioli sulle macerie. Tra revoche e affidamenti di dubbia legittimità, oggi possiamo dire con certezza che Arquata è vittima di calamità inenarrabili. Alcune naturali e imprevedibili, come il sisma. Altre di derivazione umana ed evitabili, come nel caso degli affidamenti della Regione.