Ascoli - Le fake news stanno segnando l'asticella negativa della nostra società. In molti stanno lavorando per debellare questa “peste nera” del terzo millennio, sulla riuscita a breve termine ci sono molti dubbi. Quando però è un'istituzione, nel caso di specie la Provincia di Ascoli Piceno, a creare, con notizie false, casi giudiziari basati sul nulla assoluto, allora sono urgenti i provvedimenti da prendere per il bene della comunità.
Perché questa premessa? Beh, perché la sentenza di assoluzione piena (perché il fatto non sussiste) emessa dal giudice Marco Bartoli del Tribunale di Ascoli Piceno il 13 aprile 2018 nei confronti dell'imputato Fulvio Mariotti, presidente pro tempore dell'Ascoli Servizi Comunali, società partecipata del Comune di Ascoli Piceno, proprietaria e responsabile della gestione della discarica di Relluce, apre un serio interrogativo sull'attività della Provincia di Ascoli Piceno e sul suo ruolo di controllo oggettivo.
Di cosa si sta parlando? Della discarica di Relluce sulla quale è stato scritto di tutto: che frana, che inquina la falda acquifera, che con l'abbancamento di rifiuti si superano le contaminazioni chimiche di alcuni metalli e minerali.
Allora, sapete che c'è? Che non è assolutamente vero che la discarica stia franando (si tratta di uno smottamento di terra di riporto ai confini della discarica), è falso che inquini la falda acquifera perché non esistono acque sotterranee sotto la discarica di Relluce, e non è affatto vero che con l'abbancamento rifiuti si superino le contaminazioni chimiche di metalli e minerali: quelle concentrazioni sono preesistenti in quel terreno.
Tuttavia … Sulla base del superamento delle soglie di componenti chimici nel terreno la Provincia di Ascoli, il suo ufficio ambiente ha sparato in più occasioni in Procura bei fascicoli di denuncia e Mariotti di Ascoli Servizi Comunali veniva indagato, sbattuto in prima pagina (è accaduto 3 volte) e condannato con decreto penale. Significa che pagando 3 mila euro come presunto inquinatore Fulvio Mariotti avrebbe chiuso in breve ogni pendenza. Il presidente di Ascoli Servizi Comunali però non ci è stato a questo gioco oltre che perverso, si scoprirà tra breve, anche “doloso”. Questo “gran delinquente di Mariotti” ha voluto subire i processi (tre processi) per dimostrare quale disegno ci fosse contro Ascoli Servizi Comunali, quindi in realtà contro il Comune di Ascoli Piceno e di fatto contro tutti gli ascolani.
C'è un disegno doloso? Non lo diciamo noi, lo acclara il giudice Bartoli nella sua sentenza e non perché questo magistrato abbia una laurea in Chimica, semplicemente adotta una procedura limpida: si affida ad un parere dell'Arpam (Agenzia regionale per la protezione ambientale).
Nella sentenza (che potrete scaricare
dal nostro giornale) c'è un passo che squarcia ogni velo:
“...
il superamento delle soglie di contaminazione, a seguito della
diffida della Provincia e di un'operazione di caratterizzazione ai
sensi dell'art. 242 del D. Lgs. 152/2006, il relativo procedimento si
era concluso con provvedimento del 5.4.2012 favorevole alla società
ASCOLI SERVIZI COMUNALI perché, su parere conforme dell'ARPAM
si era ritenuto che, non essendovi una falda sottostante e tenuto
conto del fatto che terreno argilloso della discarica era, per sua
natura, intriso di ferro, manganese, nitrati e solfati, non potevano
applicarsi le suddette soglie (sul punto, cfr. doc. n. 10
in alleg. A citato). La Provincia aveva formalizzato
l'intento di redigere dei nuovi parametri tenuto conto della
specificità della composizione del terreno di fondamento del sito,
ma a ciò non aveva più provveduto. Egli confermava, poi,
che dalla fine del 2011 sino all'estate del 2012, erano stati pure
abbancati rifiuti provenienti da Macerata”.
E nonostante Ascoli Servizi Comunali continuasse a richiedere che venissero applicati nuovi parametri visto ciò che asserisce l'Arpam, la Provincia di Ascoli Piceno fa orecchio da mercante e continua a denunciare Ascoli Servizi Comunali per inquinamento.
Contro la discarica di Relluce c'è una guerra che ha una precisa strategia perché poi i rifiuti dei Comuni del Piceno finiscano prima nel Fermano poi tornino nel Piceno ma in una discarica privata.
L'offensiva contro Ascoli Servizi Comunali e Relluce viene via via attuata in vari stadi.
Si inizia con l'obbligo di utilizzo di breccia per realizzare il capping (la copertura delle vasche esaurite). E qui le domande sono di diverso tenore.
1) Sapete come si produce la breccia?
Si scavano montagne. Un bell'esercizio di protezione ambientale da
parte di un ufficio ambiente di una Provincia.
2) Perché non
si accetta un materiale di sintesi, molto più leggero, utilizzato in
tutt'Italia, nelle Marche ad esempio a Pesaro (sarà una provincia
dello Zimbabwe ?).
Davvero incomprensibile questa prescrizione
che ha due negatività, una per Ascoli Servizi Comunali: la breccia
costa un'enormità. La seconda però è davvero inspiegabile. Se
viene detto falsamente che la discarica sta franando perché la
Provincia di Ascoli Piceno obbliga Ascoli Servizi Comunali a caricare
con 100 mila tonnellate di breccia la copertura delle vasche
esaurite? Perché si aumenta il peso sul terreno sottostante?
Ultima ciliegina sulla torta è la presenza di una
struttura della Cooperativa Ama Aquilone che viene tirata in ballo
perché così non si possa autorizzare un'ulteriore vasca a Relluce
perché, si dice, si tratta di una struttura sanitaria.
Qui
non la facciamo lunga. Leggete il carteggio inviato a tutti dall'attuale presidente di Ascoli Servizi Comunali, Andrea Zambrini, con elementi del piano d'emergenza che potrete
scaricare per verificare il gioco assurdo contro il Comune di Ascoli
Piceno.
Sul materiale sostitutivo per il capping potrete scaricare uno studio dilivello nazionale e capirne le caratteristiche di tutela ambientale.
“Emerge ancora con forza il sospetto, che sta diventando certezza con questa sentenza, – dice il sindaco Guido Castelli – che ad Ascoli Servizi vengono chiesti adempimenti e formalità che in altri casi trovano invece la Provincia molto più disponibile ad un atteggiamento flessibile: ci sono due pesi e due misure tra Ascoli Servizi Comunali e altri operatori. Perché Fulvio Mariotti ha voluto fortemente opporsi al decreto penale di condanna? Perché sapevamo che questo processo penale riposava su un grandissimo equivoco: l'idea, sostenuta dalla Provincia, che il terreno argilloso di Relluce fosse fortemente inquinato a causa della discarica. Noi sostenevamo che quei nitrati, quel manganese, quel ferro, d'accordo con quello che dice l'Arpam (che lo dice il 5.04.2012) che questi elementi fossero insiti nel terreno. Mariotti è una vittima della Provincia”.
Fulvio Mariotti subisce tre processi dai quali viene assolto con formula piena, nel frattempo con tutto lo stress del caso si è anche preso un infarto. La domanda è: che fine hanno fatto ben 4 esposti alla Procura della Repubblica sulla stessa materia e nei confronti di comportamenti del metodo di controllo?
Sono stati archiviati, sono ancora in fase d'indagine? Ci sono indagati?