Via libera a maggioranza (astenuti Leonardi, Pergolesi e Zaffiri) ai criteri di ripartizione delle risorse. A disposizione per il triennio 2018-2020 un milione di euro per ciascuna delle annualità
Parere favorevole, a maggioranza
(astenuti Leonardi, FdI, Pergolesi, M5s, e Zaffiri, Lega Nord), da
parte della IV commissione regionale “Salute” ai criteri e le
modalità di ripartizione delle risorse destinate ai “voucher”
per la compartecipazione delle spese sostenute dalle famiglie che
usufruiscono di servizi socio-educativi per la prima infanzia. A
disposizione un milione di euro per ciascuna annualità del triennio
2018-2020.
I "voucher" sono rivolti a
famiglie con minori a carico di età compresa tra 3 e 36 mesi. Verrà
riconosciuto un solo "voucher" a famiglia, del valore
massimo di 2mila euro per una quota mensile di 200 euro, che potrà
coprire in tutto o in parte il costo della retta mensile anche a
fronte della presenza di più figli nella fascia di età considerata.
Il nucleo famigliare potrà utilizzarlo per concorrere alle spese di
frequenza dei propri figli nei nidi pubblici e privati, compresi gli
agrinido; nei centri per l'infanzia, nei nidi domiciliari e nelle
sezioni primavera.
“E' stata introdotta, rispetto
all'esperienza del bando 2017, una significativa semplificazione
delle procedure – sottolinea il presidente della Commissione,
Fabrizio Volpini, relatore di maggioranza del parere - con il
rimborso diretto alle famiglie anziché all'ente gestore della
struttura per l'infanzia. I nuovi criteri di ripartizione dei fondi,
inoltre, non tengono conto solamente dell'Isee, ma introducono un
canale preferenziale per le famiglie numerose e la possibilità di
usufruire dei voucher non solo nelle strutture pubbliche ma anche in
quelle private purché accreditate”.
Critico il relatore di opposizione
Sandro Zaffiri.
“Ci siamo astenuti perché i criteri
individuati dalla Regione – evidenzia - avvantaggiano le famiglie
numerose che statisticamente, è noto, non sono italiane. Inoltre le
famiglie che potranno usufruire dei voucher non hanno l'obbligo di
essere residenti in Italia da molto tempo”.