Ascoli Piceno e San Benedetto sono
sostanzialmente assenti alla Bit di Milano, il principale evento
italiano in materia di turismo, il luogo dove un'ora di evento
davanti a stampa e operatori del settore vale oro colato. Soltanto il
professor Stefano Papetti ha partecipato all'incontro «Viaggio nella
bellezza delle Marche: la marca Ascolana».
Una presenza di
indiscutibile spessore, ma del tutto insufficiente se si pensa a
quello che hanno fatto altre realtà vicine, come i comuni del
Fermano, che hanno inviato sindaci e una delegazione del palio
dell'Assunta, oppure come il sindaco di Offida Valerio Lucciarini,
pure lui presente per promuovere il suo borgo.
L'assenza istituzionale delle due principali città del Piceno stona e stride con i buoni propositi di crescita e sviluppo turistico del nostro territorio, e indirettamente conferma la sudditanza del sindaco di San Benedetto rispetto a quello di Ascoli, ormai questo è un dato politico oggettivo ed incontrovertibile. Manca una strategia coordinata ed efficace tra l'entroterra e la costa, non si ragiona in termini di territorio come invece dovrebbe essere ed a prevalere allora è sempre il più politicamente furbo Guido Castelli sul sempre più spaesato Pasqualino Piunti: difficile da accettare, ma la cifra politica del centrodestra evidentemente è questa.
L'impressione è che i due sindaci abbiano deciso di non dare importanza e valore ad un evento di assoluta rilevanza rappresentato dalla Bit penalizzando il territorio probabilmente per partecipare ai festeggiamenti del carnevale. In questo senso è comprensibile, nonché apprezzabile, che almeno per un giorno abbiano indossato una maschera.