“Suscita
sempre grande ilarità leggere o ascoltare le interviste al
presidente del Consiglio comunale di Ascoli Piceno Marco Fioravanti.
Personaggio che, va ricordato, dà fiato alle trombe solo ed
esclusivamente se davanti trova intervistatori compiacenti. In caso
contrario, come accaduto un anno fa di fronte a domande relative al
tema dell’immigrazione, il nostro bomber è solito dare in
escandescenze e mettere in piedi siparietti degni della migliore
tradizione della commedia dell’arte.
Al di là del talento
indiscusso come commediante, però, se si parla di politica i
contenuti di Fioravanti vanno un po’ scemando: alle prese col vuoto
cosmico del programma elettorale di Fratelli d’Italia, non gli
rimane che lanciarsi in mistificazioni deliranti sui suoi avversari.
Dimenticandosi l’appartenenza ad una formazione, Fdi, che dalla sua
nascita rappresenta un surrogato di Forza Italia dei cui principi
politici non condivide nulla ma che continua, per ragioni di comodo,
a reggergli puntualmente il moccolo ad ogni tornata elettorale, come
del resto fa Fioravanti ad Ascoli con il sindaco Castelli.
Fin
qui però nulla di nuovo. A far sorridere è l’ultima gag
dell’intrepido Fioravanti, elevatosi per una notte a garante della
Privacy con conseguenti astruse congetture sulla gestione dei dati
sensibili da parte della nostra piattaforma Rousseau. E poi, in un
crescendo rossiniano di ridicolo, innalzatosi anche a giudice
istruttore dei meccanismi interni del M5s.
Tutto questo ci
diverte assai: la piattaforma programmatica di Fratelli d’Italia è
così granitica che la principale preoccupazione di questo partito
allo stato attuale è rimuovere il direttore di un museo, reo di aver
programmato piccoli sconti per le persone di lingua araba. Cosa che
la strillante leader Giorgia Meloni per legge mai potrà fare neanche
se dovesse diventare premier, scenario vivaddio al quanto remoto. A
Fioravanti suggeriamo di iniziare a lavorare su qualche proposta e di
non prodigarsi troppo in lezioni di dignità e di trasparenza:
comprendiamo la frustrazione di far parte di un partitino
“stampella”, ma anche alla comicità ogni tanto andrebbe posto un
limite”.