Ascoli - Se volete possiamo leggere la “storia” che segue come un'altra allegoria del vecchio detto ”la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra”. Si, perché da una parte si riconosce da parte governativa l'Area di crisi complessa industriale del Piceno – Val Vibrata, dall'altra assistiamo alla volontà di continuare nell'autopsia di un territorio quasi defunto, il Piceno appunto, con la soppressione di funzioni cruciali, come quella del Giudice Fallimentare, nell'unico tribunale rimasto in provincia dopo l'accorpamento con quello di San Benedetto del Tronto.
E speriamo che l'allarme che lancia l'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ascoli Piceno non resti lettera morta nella comunità, nelle realtà cittadine, nelle associazioni datoriali e sindacali, soprattutto nei palazzi e palazzetti della politica locale, regionale e nazionale.
In realtà, quella che potrebbe sembrare una difesa corporativa della categoria è invece un grido d'allarme sul danno socioeconomico e culturale che sta per essere arrecato alla città e a tante altre categorie di professionisti.
E intanto occorre spiegare che, al di là delle conseguenze per i professionisti direttamente coinvolti da un eventuale decisione di taglio della sezione fallimentare di Ascoli Piceno, ad essere coinvolti direttamente saranno i cittadini che dovranno fare chilometri (Ancona) per poter ottenere servizi già pagati profumatamente con le proprie tasse con un ulteriore esborso in termini economici e di tempo perso per spostarsi. E se qualcuno invocherà la digitalizzazione dovrebbe allora sincerarsi sullo stato di queste benedetta digitalizzazione.
La velocità ancora più preformante di quella digitale, considerati i classici tempi della politica, ce l'ha invece l'iter legislativo del disegno di legge di modifica della legge fallimentare (cosiddetto progetto Rordorf) che prevede che i Tribunali con meno di 30 magistrati in organico (Ascoli Piceno rientrerebbe in questo range) vengano privati della loro autonomia in materia fallimentare.
Materia che diverrebbe di competenza del Tribunale delle Imprese situato presso le sedi di Corte d'Appello (nel nostro caso Ancona). Tutto il Piceno quindi, non solo Ascoli, verrebbe impoverito ulteriormente.
Tralasciando i conseguenti e immediati
problemi logistici per gli operatori del settore che per ogni
questione dovrebbero recarsi nel capoluogo di Regione ne deriverebbe
poi tutta una serie di iatture. A cascata il Tribunale di Ascoli, non
avendo più procedimenti né giudici delegati, perderebbe poi tutte
le naturali attività successive.
Che non sono di poco conto
investendo gli avvocati pere cause conseguenti e non certo
infrequenti nell'ambito trattato, gli altri ordini professionali
(Ingegneri, Architetti, Geometri tanto per fare solo qualche nome)
che verrebbero privati delle consulenze tecniche necessarie con
conseguente impoverimento anche degli uffici statali del territorio.
In pratica tutta un microcosmo
economico, che poi tanto microcosmo non è, trasferito altrove a
discapito di un territorio già colpito dalla crisi prima e dal sisma
poi.
“Il Consiglio dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e
degli Esperti Contabili di Ascoli Piceno chiede che i rappresentanti
del territorio, come già sta succedendo in tante altre città
italiane, le istituzioni e le forze politiche denuncino le
conseguenze di tale nefasta legislazione per cercare di fermare, o
quanto meno emendare, il disegno di legge che sta per essere
emanato”.
Carlo Cantalamessa, presidente dei commercialisti aggiunge inoltre che “in tal senso di preoccupazione si è espresso anche il Tribunale di Ascoli Piceno. Ricordiamo che già con l'Istituita sezione del Tribunale delle Imprese ad Ancona, il Tribunale di Ascoli Piceno, al pari di altri Tribunali minori, ha subito un primo duro colpo così come i professionisti che erano chiamati a svolgere le funzioni di Consulenti Tecnici o Amministratori Giudiziari.
Ad oggi tutti gli incarichi e le funzioni di ausiliario del Giudice vengono, di fatto, svolti da professionisti del capoluogo di regione con gravissimo ed irreparabile danno anche per gli altri professionisti della regione”.